Alzheimer, un convegno per tutti Un linguaggio chiaro e divulgativo

I promotori del congresso: "Così chi assiste un familiare può facilmente imparare a gestire la malattia". Si terà al teatro Tenda della città il 14 e 15 ottobre con l’organizzazione dell’università di Firenze

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Non solo specialisti, operatori e studenti. Non solo linguaggio per iniziati. Per la prima volta il congresso nazionale sui Centri Diurni Alzheimer si apre anche al pubblico generico, in particolare ai familiari dei malati e agli assistenti domiciliari. Ingresso libero. Ne dà notizia il professor Giulio Masotti, geriatra di fama, presidente della 12° edizione del congresso, che si terrà al Teatro Tenda di Montecatini Terme il 14 e 15 ottobre, per l’organizzazione scientifica dell’Università di Firenze con il prezioso, immancabile sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia. "Il congresso – spiega il professore – vuole rendersi comprensibile a tutti per andare incontro a un’esigenza di sapere molto diffusa tra la popolazione, che vede e sopporta senza troppe armi la moltiplicazione dei casi di decadenza cognitiva, per lo più come conseguenza dell’invecchiamento generale e anche di stili di vita, sedentarietà, fumo e alcool, scarsa o nulla socialità, che non aiutano a prevenire la malattia”. I relatori, aggiunge, si esprimono per lo più in termini divulgativi, accessibili anche alle persone meno istruite: “Chi assiste un familiare malato può così imparare molto. Sapere come nasce e come può svilupparsi la malattia aiuta anche a capire come comportarsi, come accompagnarne il decorso tutelando al meglio la dignità del malato. Le strategie di cura che vengono discusse nel convegno comprendono anche indicazioni per l’assistenza a domicilio. Mostrare al malato le foto della sua gioventù non costa nulla. Neppure coltivare le sue passioni: cantare se amava cantare, ascoltare la musica preferita per farlo rilassare se irrequieto, ma anche cucinare, giocare con il gatto o il cane, curare le piante o semplicemente stare a contatto con la natura. Bisogna però sapere cosa fare. Adattare al meglio l’ambiente di vita della persona con demenza e proporre le attività appropriate è la chiave per aiutarlo a vivere bene anche con la malattia”. Non basta: sapere aiuta chi assiste anche a difendersi dall’inevitabile stress di dover convivere nel dolore con una persona amata che via via perde la nozione di sé e del mondo che la circonda. Meglio di ogni considerazione sono però i numeri che dicono quanto il problema sia diffuso: nella sola provincia di Pistoia, capoluogo incluso, si contano circa 7 mila casi di demenze varie, Alzheimer soprattutto, e ognuno coinvolge più o meno pesantemente l’intera famiglia. Facendo una media, si tratta di circa 35 mila persone che ogni giorno si dedicano all’assistenza e alla cura del proprio congiunto malato, con sacrifici umani ed economici spesso esorbitanti.