Montecatini, 22 gennaio 2011 - Sono passati più di 30 anni, ma non potrà mai dimenticare quel 23 ottobre 1976. Biagio Aliperta è il poliziotto che ebbe un conflitto a fuoco con Renato Vallanzasca, dopo che il bandito aveva freddato a bruciapelo l’agente Bruno Lucchesi. Ed ieri sera gli agenti del sindacato Siulp hanno protestato con un volantinaggio davanti al cinema Imperiale, dove veniva proiettato il film su Vallanzasca. «Si vuol fare un eroe di un assassino — hanno detto — ed è l’ora di farla finita con questo imbarbarimento culturale. Bisogna riportare in primo piano i veri valori da trasmettere ai nostri figli».


Biagio Aliperta ieri non era in Valdinievole, ma è venuto a conoscenza della manifestazione promossa non solo a Montecatini dai colleghi del sindacato Siulp. E prova a ricordare quei terribili momenti. «Io e Lucchesi eravamo in pattuglia insieme e viaggiavamo da Prato verso Montecatini ad una velocità di 120-130 km all’ora. All’improvviso fummo sorpassati da una Bmw, che viaggiava a forte velocità. La seguimmo e la fermammo al casello di Montecatini. L’uomo alla guida ci disse che stava correndo verso l’ospedale di Pisa, perché sua madre stava morendo. Facemmo il riscontro via radio della patente e tutto risultò a posto, nonostante fosse intestata ad un certo Rossi Renato. Ma dalla centrale ci dissero che la macchina risultava con una targa rubata a una moto.

A quel punto si chiese di seguirci in caserma. Senza reagire Vallanzasca si incamminò a fianco di Lucchesi, mentre io guardavo dentro il cruscotto della Bmw e ci trovai la pistola. A quel punto, sentii sparare e Bruno cadde a terra: morì sul colpo. Vidi l’uomo correre verso di me e cominciò a spararmi all’impazzata, nascondendosi dietro una siepe. Io risposi al fuoco con la pistola del bandito, riparandomi dietro lo sportello dell’auto. Il primo colpo mi aveva raggiunto ad una gamba, frantumandomi tibia e perone. Vallanzasca fermò un’auto per fuggire, io mi trascinai alla mia auto per prendere il mitra, ma si inceppò».


Ma perchè Vallanzasca non ha mai voluto ammettere quell’omicidio: «Perché fu un omicidio da vigliacco e inoltre fu il suo primo, poi ne seguirono altri».  Ieri sera, un folto gruppo di agenti ha voluto sottolineare che il film contribuisce a «celebrare i carnefici e dimenticare le vittime». Per fortuna, la stragrande maggioranza del pubblico sceglieva il film di Albanese e solidarizzava con l’iniziativa del sindacato Coisp.