Montecatini, 12 ottobre 2010 - Il tam tam è iniziato anche tra gli insegnanti precari del bacino della Valdinievole. La sentenza vinta contro il ministero dell’istruzione, da un docente ancora non di ruolo della provincia di Siena, ha creato un precedente importantissimo per tanti precari storici della scuola. Il prof, Stefano Cassuoli di Chiusi (Siena), infatti, grazie alla pronuncia del giudice del lavoro, avrà un contratto a tempo indeterminato dopo ben 20 di insegnamento a termine. «Faccio parte di un comitato di docenti precari della provincia di Pistoia - racconta Roberto Riccardi, insegnante di musica - e già molti miei colleghi mi hanno detto che si stanno organizzando con un bravo avvocato per fare causa».

Non è la prima azione legale contro il ministero...
«E’ vero, ma è la prima che viene vinta. E’ ed anche molto strano. Fino ad ora il ministero aveva sempre trovato un cavillo per evitare di far equiparare la posizione dei precari della scuola a quella dei dipendenti privati».

Cosa è successo questa volta?
«Nel sito orizzonte scuola.it si fa riferimento ad una direttiva comunitaria, in base a cui «quando per effetto di una successione di contratti a termine per lo svolgimento di mansioni equivalenti, il rapporto di lavoro, tra lo stesso datore e lo stesso lavoratore, abbia complessivamente superato i 36 mesi comprensivi di proroghe e rinnovi, indipendentemente dai periodi di interruzione che intercorrono tra un contratto e l’altro, il rapporto si considera a tempo indeterminato».

Nel sito viene spiegato anche che la normativa comunitaria non era stata mai applicata per il comparto scuola, nonostante le numerose cause, perchè il ministero aveva sempre sottolineato un’anomalia nel tipo di contratto dei docenti precari. Nel caso della scuola, infatti, il rapporto di lavoro sarebbe stato catalogato come eccezionale, perché necessario a garantire la costante erogazione del servizio scolastico ed educativo.

Adesso professore, cosa potrebbe succedere?
«La sentenza del giudice di Siena ha fatto scalpore e la notizia sta girando a grande velocità nell’ambiente della scuola. Si sta scatenando il mondo e già in molti sono pronti a fare causa. Ricordiamo che in Italia ci sono ben 180mila precari».

Quali sono i requisiti necessari per l’azione legale?
«Di sicuro occorrono almeno tre anni di precariato, cosa molto frequente nel nostro ambiente, purtroppo».

Come hanno reagito i sindacati?
«La notizia è ancora fresca, non abbiamo avuto il tempo di confrontarci per la linea sindacale. Di sicuro molti di noi, che sono in attesa del posto di ruolo, non hanno aspettato per tentare la carta della giustizia, dove finalmente si è aperto un varco».