Montecatini, 4 novembre 2009 - La crisi economica vista della chiesa. In questa intervista al vescovo monsignor Giovanni De Vivo abbiamo cercato di capire come la diocesi si rapporta con tutte le insicurezze, i drammi individuali e familiari connessi con la disoccupazione, i licenziamenti, le nuove forme di povertà?

 

"Prima di tutto non si tratta di qualcosa sopravvenuto nell’ultimo anno. Già da quattro anni e più abbiamo lanciato l’appello alla nostra zona a farsi carico di problemi riguardanti le persone del territorio. Gli eventi, da un anno a questa parte, hanno notevolmente appesantito e turbato ulteriormente un quadro già deteriorato. Le risposte che abbiamo dato. Prima di tutto, in linea con le scelte della chiesa italiana, abbiamo cercato di leggere la realtà del territorio. Da diversi anni funziona l’Osservatorio delle povertà, che l’anno passato ha contribuito, con la diocesi di Pistoia, a tracciare un quadro della situazione nelle due diocesi. Nel 2003 abbiamo fatto un convegno e il responsabile dell’Osservatorio delle povertà e delle risorse della Caritas diocesana affrontò il tema: «'a povertà nella nostra diocesi: primo resoconto dei dati provenienti all’Osservatorio delle povertà e delle risorse dai centri di ascolto e dalla mensa diocesana di Montecatini'. Nel 2007 abbiamo ricordato l’inizio della mensa Caritas. Dall’anno passato la mensa è aperta non solo a mezzogiorno, ma anche la sera. La Mensa non è una distribuzione di pasti e basta, ma l’occasione per ascoltare i bisogni della gente. L’ascolto è la prima... carità".

 

E a questo cosa segue?
"Abbiamo una convenzione con il comune di Montecatini per un contributo alla mensa Caritas. Gli interventi per il territorio giungono attraverso i centri di ascolto e le Caritas parrocchiali. Vi sono fra le emergenze soprattutto quelle legate all’abitazione: persone che non riescono a pagare l’affitto e le utenze. Vi sono anche casi di persone inguaiate con debiti, anche piccoli, che rischiano poi di trasformarsi in debiti più grossi e nel ricorso all’usura. Abbiamo anche denunciato la piaga dell’usura, ma non basta denunciare. C’è bisogno di farsi prossimo alle persone. Cerchiamo di farlo, ma i mezzi alla fine sono pochi".

 

Oltre alle difficoltà economiche c’è un anche un disagio più generale nella società di oggi?
"Fra i bisogni vi sono anche quelli legati alle situazioni di disagio di fronte alla vita. Certamente i bisogni primari del cibo, dell’abitazione e del lavoro vanno soddisfatti, perché creano incertezze sul futuro, angoscia e non di rado anche disperazione. Certo, i disagi delle persone non riguardano solamente i bisogni che noi chiamiamo primari, ma anche le incertezze sugli interrogativi fondamentali del vivere e sulle difficoltà di allacciare relazioni significative con le persone. In questo senso la povertà ha un’accezione più larga di quella che solitamente intendiamo comunemente".

 

A chi si riferisce?
"Alla fine, ad esempio, i veri poveri sono i giovani, non di rado non amati veramente, abbandonati, senza una direzione, senza forti ideali che illuminino la vita. Qui la chiesa deve fare molto, ma non può fare tutto. Vi sono delle responsabilità legate alla famiglia. Purtroppo anche la famiglia è in forte crisi e questa crisi si ripercuote in modo devastante sui fanciulli e sui giovani. Proprio ieri sera parlavo con due giovani (conviventi, verso il matrimonio e nell’attesa di un bambino) delle difficoltà di un bambino di una famiglia vicina, a cui manca il punto di riferimento: i genitori Qualcuno ha gridato allo scandalo quando il Papa ha parlato del dramma delle separazioni. Ho l’impressione che certe persone preferiscano non vedere le difficoltà che certi giovani incontrano. Si preferisce scaricare le responsabilità sugli altri".

 

"Ci possono essere, le conosco anch’io, situazioni più serene, ma la separazione di due genitori per i bambini è un dramma! Provi a chiedere alle maestre, a questo proposito, la situazione dei bambini nelle scuole elementari e le ripercussioni negative sul loro comportamento e la ricerca di affetto da parte di questi bambini. Converrà con me che l’informazione non fa un buon servizio. Sembra quasi che lo scandalo (Berlusconi o Marrazzo poco importa, ve ne sono tanti altri ) debba essere il pane quotidiano della gente. Ma cosa devono pensare i giovani di fronte a questo atteggiamento? Alla fine: ciascuno ha quello che si merita. Quante sono le persone che, incontrando i giovani sulla loro strada, offrono incoraggiamento, speranza, delle dritte per vivere, qualche scapaccione dato con amore...?".

 

Quale messaggio vuole lasciare a tutti coloro che, nella diocesi di Pescia e nella Valdinievole, stanno attraversando un difficile momento sul piano lavorativo o economico?
Due messaggi. Il primo: non vi sono persone che come Atlante possano prendere il mondo sulle spalle e trascinarlo fuori dalle difficoltà. Da questo punto di vista mi fanno sorridere certi politici, di destra o di sinistra fa lo stesso, che credono di avere ricette infallibili per far uscire la nostra società di mezzo al guado in cui si trova. Tenga presente che come cristiano e vescovo ritengo che ci sia un solo salvatore, Cristo. E tuttavia Gesù, che conosceva bene gli uomini, ha avuto fiducia negli uomini, lasciando a loro l’annuncio del suo messaggio e la gestione della sua Chiesa".

 

"Lezione: da certe situazioni non ne usciremo se non tutti insieme. Certo gli uomini rallentano di molto l’annuncio del Vangelo, ma Cristo non ha trovato una strada migliore che dare fiducia agli uomini, chiamandoli a collaborare ad un grande disegno. Secondo: guardare avanti con fiducia. Dico “guardare avanti”: perché molti non sanno far cosa migliore che infognarsi nelle polemiche quotidiane e credere che si possa risolvere tutto con le questioni di Borsa. Strano: due giorni fa la Borsa era alle stelle, ieri era alle stalle. Penso che sia finito il sogno americano, quando ha costruito rifiuti tossici per avvelenare l’economia mondiale. Mi auguro che il buon Obama possa dare speranza, ma la vedo dura! L’unica fiducia può venire da chi crede in forti ideali e non ritiene che sia sufficiente aggiustare i conti della spesa perchè si possa continuare a vivere. Ciascuno deve dare il suo contributo. Come uomo, come cristiano e sacerdote ritengo che ci spazio per la speranza, ma non a prezzi stracciati".