Gualazzi, in viaggio con (e per) la musica

Al Verdi di Montecatini l'unica tappa toscana del suo tour. L'intervista

Raphael Gualazzi

Raphael Gualazzi

Montecatini Terme (Pistoia), 24 novembre 2016 - L’unica data toscana del nuovo tour di Raphael Gualazzi fa tappa stasera a Montecatini. Il talentuoso e scatenato pianista e cantautore di Urbino, classe 1981, è atteso protagonista, con la sua band di eclettici polistrumentisti, stasera alle 21 al Nuovo Teatro Verdi per presentare dal vivo in un tourbillon di emozioni musicali (atmosfere intime alternate a momenti di grande energia) i suoi successi e i nuovi brani del suo quarto album "Love, life, peace", che in questi mesi ha stregato le radio grazie all’immaginifico singolo "L’estate di John Wayne".

"Le suggestioni evocate dal testo sono dell’ex Amor Fou Alessandro Vaima, ma fanno parte di un immaginario collettivo in cui mi riconosco – dice Gualazzi - Sono appassionato di Lupin, ho poi grande ammirazione per Fellini, che anche per vicinanza geografica, ho sempre sentito in linea con la mia ispirazione: non a caso ho rivisitato la musica di Amarcord nel mio album del 2013. Mi sento parte di quella società ancora non attaccata dalla globalizzazione fatta di creatività e diversità che sono il segreto del successo della italianità nel mondo".

Raphael, cosa ha in serbo per il prossimo futuro?

"Il tour che prosegue fino al 23 dicembre, il secondo singolo estratto dall’album "Lotta things". Parteciperò a un progetto della Disney, la raccolta "Jazz loves Disney" in cui - fra le colonne sonore dei cartoni animati - ho reinterpretato il brano "I wanna be like you", tratto dal Libro della giungla. Poi inizierò a lavorare al prossimo album che mi porterà a lavorare fra l’Italia e l’estero".

In che direzione ha puntato questa volta il suo ritmo?

"A non smentire l’approccio ecclettico. Riconfermando nell'album, con il produttore Matteo Buzzanca, un suono più pieno. Nel live i brani sono tutti riarrangiati da me per la band che mi segue sul palco. Il divertimento è la parola d'ordine: c’è spazio per l’improvvisazione, per digressioni musicali, momenti intimi, danzanti, autoironici".

Che tipo di immaginario cinematografico la intriga?

"Il realismo di Fellini, mi piacciono film come «Gatto nero e Gatto bianco» di Emir Kusturica, i film biografici, perché si svelano anche le componenti umane".

Le piace fare colonne sonore?

"Molto. Sinora ho realizzato la colonna sonora del film di Pupi Avati «Un ragazzo d'oro« e la sigla di «Rischia tutto« il nuovo programma Rai che riprende il quiz televisivo condotto negli anni 70 da Mike Buongiorno".

Quali sono i suoi riferimenti musicali?

"Cambiano continuamente, ma sono affezionato a un periodo storico del jazz che è lo stride piano, che va dagli anni ‘20 agli anni ‘40. Alle sonorità che chiamano vintage e che appartengono al rock e al funk anni ‘60/’70, adoro, fra gli altri, musicisti come Dr John e Leon Russell".

Oltre alla musica, quali sono le sue passioni?

"La musica mi assorbe molto tempo, ma mi piace anche stare con la mia ragazza, con lei mi sono anche buttato giù con un paracadute (ne parlo anche in un brano nel mio album), mi piace viaggiare. E, ancora di più, viaggiare per e con la musica".

Love Life Peace sono parole d’ordine di che percorso?

"Spirituale e personale. Sono tre parole importanti per il momento storico e sociale che viviamo. Rappresentano per me i veri valori della vita. Contro attentati come quello al Bataclan, servono parole che non creino terrore, ma che ci riportino al senso dell'amore per la vita".

Che ne pensa del rapporto fra poesia e canzone?

"Mi piace sentire la poesia in una canzone e altrettanto ascoltare una canzone che deriva verso l' imprevedibile".