Carrara, 20 ottobre 2012 - Ad Avenza ci si impegna per fare scuola nel modo migliore. Il Terzo circolo che qui ha sede comprende 6 plessi, di cui 2 dell’infanzia. Tranne la sede centrale, situata nel centro storico di Avenza, gli edifici sono tutti circondati da ampi parchi alberati. «L’offerta della scuola — spiega la dirigente Marta Castagna — è ispirata alla Costituzione Italiana: la scuola è intesa come una comunità in cui gli alunni si preparano a diventare cittadini consapevoli insieme agli insegnanti e ai genitori, in un clima di autonomia e comune responsabilità».

Nell’anno scolastico in corso, alle materie regolari, ne sono state aggiunte alcune decisamente speciali. Si parte dal progetto «Classe 2.0», sperimentazione nazionale che, nella nostra regione, ha visto protagoniste 6 classi, tra cui anche una classe del Terzo Circolo e si prefigge di migliorarne la didattica con l’aiuto della tecnologia. Gli alunni hanno a disposizione tecnologie di ultima generazione: iPad, computer, lavagna multimediale interattiva, ma anche videocamere, registratori.

A questo si aggiunge la potenza di internet, con l’allestimento sul web di importanti ambienti di studio: un sito e un archivio multimediale che è un centro di didattica virtuale e viene utilizzato per lo scambio di materiale tra gli alunni e gli insegnanti. Gli allievi hanno realizzato blog su argomenti vari (libri, poesie, sport...). Altro particolare corso, quello di lingua rumena attuato soltanto da 5 scuole in tutta la Toscana.

Un’insegnante madrelingua svolge una volta la settimana due ore di lezione gratuite, per alunni italiani e rumeni, comparando i due sistemi linguistici e organizzando attività laboratoriali e culturali. Numerose le adesioni. Impegno anche sul fronte della musica con un corso di pratica musicale, propedeutico allo studio dello strumento musicale nel proseguimento degli studi nella scuola secondaria di primo grado.

Infine il progetto Acariss che nasce per collegare il mondo della scuola con quello della ricerca, sviluppando approcci innovativi per migliorare e rendere più gradevole l’apprendimento delle discipline scientifiche. I ricercatori di vari istituti sviluppano moduli didattici applicabili in classe e basati sull’Inquiry Based Science Education, un metodo pedagogico che stimola gli studenti a formulare domande, capire un fenomeno e risolvere i problemi.

Non manca nemmeno la «Frutta nella scuola»: proseguimento di un progetto che ha scopo di incentivare il consumo di frutta e di verdura, volto a far acquisire sane abitudini alimentari ai bambini che consiste nella distribuzione, durante l’intervallo, in 10 classi della scuola primaria, di prodotti ortofrutticoli freschi e trasformati, biologici e di produzione integrata che seguono la stagionalità della produzione.

Stefania Grassi