Massa Carrara, 15 maggio 2012 - LA QUERELA in cui si ipotizzano i reati di minacce e percosse è già stata firmata e presentata alla stazione dei carabinieri di Montignoso. Ed ora le fa seguito una denuncia pubblica per atti discriminatori per motivi sessuali. «Sono gay e vengo continuamente offeso e discriminato per il mio orientamento sessuale» racconta il protagonista di questa triste vicenda da paese medievale che ha come scenario la sede della Croce Azzurra di Montignoso e come protagonisti alcuni dei suoi volontari. Ma andiamo con ordine.

LA SETTIMANA scorsa era dovuta intervenire la polizia per sedare una lite scoppiata nella sede montignosina della Croce Azzurra. Pare che a scatenare la rissa siano state questione di natura sindacale e che il passo dalle parole alle offese e alle minacce sia stato davvero breve. Il chiarimento — a cui ha preso parte anche un rappresentante sindacale che in passato aveva segnalato irregolarità contrattuali all’interno della pubblica assistenza — ha visto i toni alzarsi rapidamente e la disussione trasformarsi velocemente in rissa. Gli uomini delle volanti, chiamati sul posto dallo stesso querelante, dopo aver eseguito il sopralluogo e i necessari accertamenti non avevano rinvenuto motivi per procedere d’ufficio, ma avevano ricordato ai presenti il loro diritto di sporgere querela qualora si fossero ritenuti offesi nei loro diritti. E così, l’indomani, uno dei protagonisti della violenta discussione si è presentato davanti a un maresciallo dei carabinieri ed ha sporto querela nei confronti di un altro volontario, reo a detta del querelante, di essersi nel corso della discussione avvicinato con fare aggressivo, cercando lo scontro fisico. «Per evitare che mi colpisse — ha raccontato il 44enne protagonista della vicenda — ho cercato di tenerlo a distanza allungando il braccio, ma lui anziché fermarsi e placarsi si agitava sempre più. A un tratto, mi ha spinto contro la parete tenendomi fermo e mi ha urlato frasi minacciose. Ad esempio, mi ha detto che se la Croce Azzurra dovesse chiudere sarebbe venuto a mangiare a casa mia, ma soprattutto mi ha minacciato dicendomi che ci saremmo visti senza le divise indosso e che mi avrebbe spaccato il viso. Io mi sono spaventato ed ho deciso di denunciare il fatto».

LA RISSA della settimana scorsa, fra l’altro, sarebbe l’ultimo di una serie di episodi che renderebbero difficile la vita dell’uomo all’interno della pubblica assistenza tanto da aver convinto il volontario a denunciare pubblicamente la discriminazione di cui sarebbe vittima sul posto di lavoro. «C’è qualcuno — confida l’uomo — che mi offende costantemente con frasi pesanti a sfondo sessuale. E’ accaduto più volte ed anche di fronte a testimoni». Il fatto è che il 44enne è omosessuale e, stando al suo racconto, ci sarebbero alcuni volontari che non dimenticano di renderlo destinatario di pesanti offese, «come se il mio orientamento sessuale — spiega sempre il volontario — incidesse sulle mie capacità lavorative. La situazione è diventata insostenibile ed è arrivato il momento di denunciarla pubblicamente».