{{IMG_SX}}Carrara, 1 aprile 2009 - La 'Guglielmo Vennai Marmi', una delle società per azioni più antiche e prestigiose del panorama industriale carrarese che era stata sul punto di essere ceduto alla cooperativa Cavatori Canalgrande, ha cambiato gli assetti proprietari ma resta sempre saldo il radicamento locale. Ieri pomeriggio negli studi del notaio Carlo Frati, a Marina, è stato perfezionata l’uscita di scena di Paolo Forti che ha venduto (in parti uguali), il 25% del pacchetto azionario che deteneva, agli altri tre soci: e vale a dire Pietro Andreani, Erich Franco Lucchetti assieme a Roberto Figaia e Roberto Caruso.

 

Una operazione finanziaria importante che è stata curata dallo studio del dottor Giulio Andreani e che si è aggirata sui cinque milioni di euro. La società 'Vennai', fondata addirittura nel 1924, è valutata sui 20 milioni di euro e nel 2007 ha fatto registrare un fatturato di 3 milioni di euro contro i 2,9 del 2006 e 2,2 del 2005. La 'Vennai' che commercializza il Bianco di Fantiscritti ha una dimensione mondiale e raggiunge una produzione annuale di circa 70 mila tonnellate di marmo. La cava Carbonera B a Miseglia produce Nuvolato, Venato e Bianco venato Carrara.

 

I tre soci rimasti, quindi, detengono ora il 33,3 % della società che ha un capitale sociale di 153.632 euro. La 'Vennai' che ha una trentina di dipendenti, venne costituita con atto del notaio Pesella il 6 novembre 1924 come società in nome collettivo poi trasformata in società anonima con atto del notaio Zuccarino del 29 ottobre 1940 e quindi in spa dal 1946.

 

Il consiglio di amministrazione è presieduto da Roberto Caruso, nato a Trapani il 29 marzo 1953, e l’amministratore delegato è Erich Franco Lucchetti, 50 anni e tra i consiglieri figura Pietro Andreani, 54 anni. La famiglia Forti, tra le più note nel settore dell’industria del marmo, ha deciso di passare la mano in una società peraltro sana e che ha una vasta rete di filiali in tutto il mondo. La cava in località Carbonera è stata aperta nel 1982 subentrando alla 'Enrico Bufalini'.

 

Questa operazione finanziaria segue di pochi giorni quella, altrettanto importante, che ha interessato la Marmi Carrara, altro colosso dell’industria lapidea e che ha visto defilarsi la Porto di Carrara spa e la Due G di Mauro Marri che hanno ceduto le loro quote alla 'Franchi Umberto' e al 'Fiorino' della famiglia Rossi. Si evince che coloro che non sono del settore (la Porto di Carrara e la Due G operano non certo nell’escavazione) prendono le distanze al contrario di chi (appunto i tre soci ora della 'Vennai') investe e crede in una ripresa nonostante la grave crisi mondiale.