{{IMG_SX}}Massa, 2 gennaio 2008 - E’ morto a 84 anni lo scultore svedese Gert Marcus. Dagli anni ’70 in poi aveva vissuto a lungo in città, dove aveva preso in affitto dei locali a Villa Massoni, "emulo del suo conterraneo del ’ 700, il conte Munck", come ricorda il vicepresidente di Italia Nostra, Imo Furfori, trasformandoli in laboratorio e passando "lunghi periodi dell’anno immerso nella semplicità, nello studio e vicino al materiale che lo attraeva di più per le sue sculture: il marmo. Dal suo eremo estivo ha costantemente approfondito la sua ricerca artistica sulla luce e sul colore, con una chiara predilezione al bianco nelle sue molteplici sfumature fino ad arrivare al nero, il suo opposto".

 

Marcus era nato nel 1914 in Germania, da dove fuggì negli anni del nazismo per rifugiarsi in Svezia, dove a Stoccolma intraprese i primi studi di pittura. "Ma fu a Parigi - rileva Furfori -, nella grande scuola del Louvre, che comprese appieno il significato della scultura e della cultura artistica. L’ho conosciuto quasi per caso tanti anni fa durante una passeggiata verso Villa Massoni, ma ne avevo già sentito parlare, sia attraverso gli scritti dello storico Stefano Giampaoli, sia nelle conversazioni con la professoressa Anna Santi Giampaoli, da anni amica di famiglia dei Marcus".

 

"Poi ci siamo rivisti diverse volte e con la discrezione e l’umiltà che lo caratterizzavano mi ha raccontato aspetti della sua vita, della sua concezione artistica, del suo amore per la natura, la luce, lo spazio, il marmo e la nostra città. Ricordo le sue opere a Stoccolma e Goteborg: a Massa non è rimasto nulla, neppure quella sfera centripeta-centrifuga che dopo aver fatto bella mostra entro Palazzo Ducale, dopo diverse peripezie si trova ora davanti alla chiesa dell’Assunzione della Vergine Maria proprio a Turano, non di Massa bensì a Lodi. Forse non sarebbe stata male neppure a Villa Rinchiostra o in qualche luogo caratteristico della nostra città".

 

"Sono sicuro - conclude - che in chi lo ha conosciuto e apprezzato rimarrà sempre il ricordo e l’insegnamento di quell’ 'elfo del nord' che con il suo sorriso ha sempre tracciato una strada positiva verso la pace e il rispetto per la natura". Italia Nostra che nel 2000 avevano salutato i Marcus con un incontro pubblico a Palazzo Bourdillon, esprimono le più sentite condoglianze alla moglie Francoise, anch’essa valida artista, e alla figlia.