{{IMG_SX}}Pallerone (Massa Carrara), 4 dicembre 2008 - La loro rabbia le 85 dipedenti dell’Ica l’avevano scritta sulla maglietta azzurra che indossavano: Donne mIca - oggetti. Si sono presentate così ieri mattina alle 9 ai cancelli della fabbrica di Pallerone per la lunga marcia verso il comune di Aulla.

 

Dall’altoparlante dell’auto che le guidava, listata a lutto con tanto di manifesti per la morte a soli 30anni della loro fabbrica, un invito alla popolazione ad affacciarsi alle finestre ed essere partecipi della loro disperazione. E in molti hanno aderito, tanti hanno anche deciso di unirsi al corteo che ha raggiunto oltre le 200 unità. Tutto si è svolto in modo pacifico, ordinato. Nessuna protesta neppure dagli automobilisti per il blocco stradale.

 

Tutta la Lunigiana si è stretta attorno a quelle ragazze che con tanta dignità hanno urlato la loro voglia di continuare a lavorare, ancora una volta è arrivata la solidarietà dei lavoratori dell’Eaton. "Se gli stipendi e la tredicesima arriverranno in ritardo, stringeremo i denti. Sapremo aspettare. Ma quello che ci spaventa è il nostro futuro", hanno detto le donne che portavano uno striscione con scritto: '85 famiglie alla fame'.

 

Quella della busta paga di dicembre è considerata l’ultima beffa della proprietà. "Il liquidatore poteva pagare. Non c’era alcun problema e lui l’aveva promesso", dicono a muso duro i lavoratori dell’Ica. Invece bisognerà attendere il tribunale dopo la richiesta di concordato preventivo e la nomina del giudice delegato e del commissario giudiziario.

 

Ma la rabbia e il senso di frustrazione dei lavoratori è soprattutto per quanto è accaduto. "All’inizio dell’estate nessuno di noi avrebbe pensato di ritrovarsi da un giorno all’altro senza lavoro - affermano le ragazze dell’Ica - Ricordiamo bene tutti i sacrifici fatti in questi anni con la nostra puntuale e attiva presenza in fabbrica per garantire i migliori risultati produttivi. Più volte abbiamo effettuato turni notturni, abbiamo lavorato sabato e domenica. Spesso abbiamo taciuto e tante volte abbiamo tralasciato passando sopra a tante ingiustizie".

 

"Ora siamo in mezzo ad una strada senza uscita non per colpa nostra -. proseguono altre lavoratrici - La responsabilità di tutto è delle cattive scelte manageriali che hanno portato alla chiusura delle attività produttive e al fallimento dell’azienda". Poi arriva da tutti gli 85 dipendenti Ica la stoccata più dura: "Siamo stanchi di sentirci dire bugie, non vogliamo perdere la nostra dignità di uomini e donne e abbiamo deciso di lottare duramente perchè vogliamo essere trattati come persone non come oggetti da gettare dopo essersene serviti".

 

Ringraziano i sindacati provinciali Cgil, Cisl e Uil che si stanno battendo al loro fianco ma ora quelle 85 famiglie sperano nelle istituzioni. E la risposta anche in questo senso c’è stata. Il sindaco Roberto Simoncini ha voluto indossare anche lui quella maglietta azzurra, diventata simbolo della protesta e parla di contatti con gruppi di Modena e Roma, il presidente della Provincia Osvaldo Angeli che ha guidato ieri mattina il corteo sta studiando soluzioni per tutto il suo territorio in crisi.

 

Anche tanti altri sindaci lunigianesi e il presidente della Montana Bissoli hanno voluto essere presenti. Ora l’attesa si sposta a venerdì al consiglio comunale straordinario delle 10 in Comune ad Aulla quando ci saranno anche i probabili acquirenti dell’Ica e forse anche i loro piani industriali.