Piero Pasqualini, la palla come bacchetta magica

Dalle notti magiche del torneo disputato alla mitica “bombonera“ del Bottero alle esperienze nei campionati professionistici

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di Enrico Baldini

Piero Pasqualini, classe 1936, fin dai primi passi non ha avuto altro giocattolo che la palla. La palla è l’unica bacchetta magica nella quale trovava il suo divertimento. Nei tempi bui del dopo guerra non pensa che la palla gli darà da mangiare che, forse lo trasformerà in eroe, gioca al calcio in casa sulla piazzetta e a pochi passi dal vecchio Comunale. “Pasquino“ per gli amici, dal momento in cui nasce, questo bambino sempre sorridente è obbligato a trasformare in un’arma il suo svantaggio fisico e impara rapidamente a sgusciare tra le gambe dei ragazzi. Scopre come deviare e “irrobustire“ il suo repertorio nell’arte del dissimulare, sorprendere, aprirsi strade verso la porta avversaria con scatti, finte di corpo e altre intuizioni melodice del suo repertorio tanto che qualcuno ad Aulla lo aveva definito lo scugnizzo.

"La mia memoria di adolescente – racconta – è piena e mi riporta alle notti magiche del torneo a 11 che andava in onda sulla mitica “Bombonera“ del Bottero a Villafranca". Pasqualini, quella vertigine che sulle corsie si apriva il cammino tra le gambe di avversari e di veronica in veronica si lasciava dietro giocatori lanciandosi verso la porta per l’assist o l’affondo finale. Pasqualini, sposato da 58 anni con Clara, conosciuta al termine di una partita (vinta), ha “girovagato“ per anni facendo il suo esordio nelle file del Migliarino Pisano, poi alla Sanremese in C, una stagione e mezza, 11 gol, dopo il grave infortunio passò alla Carrarese, Massese per sei anni di seguito, Pietrasanta (un campionato 16 centri) per fare ritorno all’Aullese e concludere a Monti dove si era trasformato da ala (ambidestro) in centrocampista. In tutto 459 gare disputate, 138 le reti, in una carriera che l’ha visto protagonista o di fronte a grandi calciatori.

Tra i suoi compagni di squadra il pontremolese Pasquino Tarantola, Robotti, Parodi, Curti, Barbana, Orrico, Mantovani. Tra i sui avversari fa spicco Fosco Becattini, il capitano del Genoa si è visto costretto ad uscire dopo aver subito ripetutamente dribbling ubriacanti e tunnel ma, riguardo sempre agli avversari, il pensiero di "Pasquino" ricorre frequentemente al grande Honved di Puskas, Czibor, Hidekguti, Kocis e Toth, incontrato per due volte in un’estate sanremese che lo vedeva il club magiaro profugo dopo la fuga dall’Ungheria messa in pratica per motivi politici. Di fronte a questi fuoriclasse ebbe molto da imparare e, in particolare, da Puskas che, con la generosità dei grandi campioni lo aiutò ha perfezionare le battute dei calci da fermo. Pasquino e Clara da anni li trovi presenti sulle tribune di ogni stadio della LunigianPalla sempre pronti ad applaudire la “grande giocata“...