Mori-Filattierese, un legame forte "Porto in dote generosità e umiltà"

di Enrico Baldini

Roberto Mori è un bel tipo simpatico, loquace e disponibile. E’ anche l’unico Filattierese rimasto nelle fila della squadra della sua città. Un “matrimonio“ calcistico, fra Roberto Mori e la Filattierese che non conosce crisi di rigetto, anzi, il George Clooney dei poveri, così lo hanno definito benevolmente, allo spuntar dei primi capelli bianchi continua ad essere l’uomo simbolo della squadra. Ma c’è di più il bomber di Borgo di Mezzo indossa la casacca verdeoro con il solito entusiasmo da quando cinque anni fa decise di stabilirsi definitivamente al servizio del club castellano.

Nato negli anni del dopo Cernobyl, ha mosso i primi passi nelle giovanili del Brescia, poi allo Spezia (36 gol) allievi e la primavera diretta da David Sassarini e fatto le fortune a suon di gol del Podenzana, Pontremolese, Valtarese il navigato Roberto, ovvero, 20 anni di storia trascorsi in terra ligure, emiliana e lunigiana. Sorprendendo tutti, tranne mister Secchiari, l’altra sera alla ripresa degli allenamenti è stato il primo a presentarsi alla “Selva“.

"Sono molto contento – dice – è una bella soddisfazione essere di nuovo qui dopo l’infortunio patito alla spalla: perché chi fa parte della Filattierese parte già con una convinzione stimolante: significa che serve, che la società ha stabilito che puoi far parte dei suoi piani". Di stagioni trascorse sui campi di calcio ne ha passate parecchie e in ogni squadra che è stato ha sempre lasciato il suo marchio tanto da diventarne la bandiera e da quando è a Filattiera: lui che in ogni movimento arriva sempre in punta di piedi ("non sono uno che si fa grande pubblicità") ha continuato ad accendere le fantasie dei tifosi a suon di gol (182). Almeno finora è andata sempre così.

"Non mi posso lamentare – afferma – fin qui mi sono tolto tante soddisfazioni. Sarà perché sono sempre riuscito a trovare gli stimoli che in questo gioco sono fondamentali: mai appiattirsi. Sono oramai vent’anni che gioco e gli stimoli gli ho sempre trovati. Forse per questo ho sempre avuto considerazione da parte degli addetti ai lavori, sono sempre piaciuto a compagni, tecnici e dirigenti. E questa è la soddisfazione più grande che mi sta regalando questa passione che nutro per il calcio. E’ qualcosa che ti fa sentire importante per la squadra".

Ma come si giudica?

"Un giocatore né eccelso né scarsissimo, che ha nella generosità e nell’umiltà le caratteristiche migliori".

Si salverà la Filattierese?

"Ci sono giocatori importanti, tanti giovani interessanti e un tecnico straordinario. Dico solo una cosa: tutti qui hanno fame di vittorie. Fate voi".