«L’export del marmo è in frenata» L’Imm: «Non succedeva dal 2009»

Il report della fiera è negativo in quasi tutti i mercati

il marmo

il marmo

Carrara, 29 marzo 2017 - Marmo: nel 2016 export italiano in calo dopo sette anni di costante crescita. Nel 2016, il settore lapideo italiano ha esportato 3.751.894 tonnellate di pietra ornamentale per un valore complessivo di 1.988.498.635 euro, registrando un calo del 5,6% in quantità e del 3,6% in valore rispetto al 2015 (vedi Tab 1). Tutte le categorie merceologiche di pietra ornamentale hanno contribuito a definire questo calo delle vendite e, in particolare per il marmo, questo risulta essere il primo calo dal 2009 (vedi grafico 1).  Nel 2016, registriamo rispetto all’anno precedente e per la prima volta dal 2009, un leggero calo dei valori esportati per il marmo lavorato (-1,73%) ma un calo ben più evidente in termini di quantità (-9,4%) nonostante un crescente apprezzamento di questo materiale da parte del mondo dell’architettura e del design.  In seguito alla crisi economica mondiale, il settore lapideo italiano aveva infatti ricevuto ossigeno da un forte aumento delle vendite all’estero dei lavorati in marmo, il cui export ha registrato negli ultimi anni una forte crescita dei valori ( +61%, se consideriamo il 2016 rispetto al 2009) grazie, soprattutto, alle vendite verso gli Stati Uniti che incidono, ancora oggi, per circa un terzo del valore complessivo delle esportazioni. L’ufficio Studi e Ricerche di Internazionale Marmi e Macchine commenta così i dati sul settore lapideo riferiti all’anno 2016, appena pubblicati da Istat. 

Il settore lapideo italiano ha infatti esportato, nel 2016, 829 mila tonnellate di lavorati in marmo del valore di poco più di un miliardo di euro, di cui 335,4 milioni grazie alle vendite negli USA (-7,4% in quantità, +0,5% in valore). Gli USA stanno considerevolmente aumentando le importazioni di questa categoria merceologica dalla Cina che risulta oggi, per gli USA, il secondo paese di approvvigionamento per i lavorati in marmo dopo la Turchia se consideriamo i quantitativi e il terzo, dopo Italia e Turchia, se consideriamo i valori, con una quota di mercato USA pari al 22%. Tuttavia i cali più significativi nell’export di lavorati di marmo sono stati registrati in Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti. Il valore dell’export italiano di lavorati di marmo in Arabia Saudita è passato dal valore di 69 milioni di euro nel 2015 a 40,7 milioni nel 2016 (- 41%) mentre quello verso gli EAU è passato da quasi 58 milioni nel 2015 a 46,7 milioni nel 2016 (-19,3%). Importanti cali dell’export di lavorati di marmo anche sul mercato russo (- 21% in quantità, -17,5% in valore), in Svizzera (- 9,7% in quantità, -17% in valore) e in Germania (-6,9 in quantità, -6% in valore).

I paesi che nel 2016 hanno trainato la domanda di lavorati in marmo, invece, sono: Il Regno Unito che, ad oggi, è il paese che nell’unione europea fa registrare all’export italiano i valori più alti per questa categoria merceologica, per un valore, nel 2016, pari a 49,7 milioni di euro (+11% rispetto al 2015); la Francia, verso la quale sono state esportate 15 mila tonnellate di lavorati in marmo del valore di 33 milioni di euro (+7% rispetto al 2015); il Canada verso cui l’Italia ha esportato lavorati per un valore di 27 milioni di euro (+15,7%); il Messico per un valore di 21,3 milioni (+11,7%) e l’Australia verso cui sono stati esportati lavorati di marmo del valore di 24,4 milioni di euro (+33,4%). Cala del 7,4% anche l’export di marmo in blocchi e lastre. L’Italia, nel 2016, ha esportato verso il resto del mondo un milione e 180 mila tonnellate di marmo grezzo per un valore di quasi 315 milioni di euro, di cui 232 milioni realizzati grazie all’export verso l’area estremo orientale; Cina e India in testa per i valori rispettivi di 114 milioni (+5.9%) e 67 milioni di euro (-16,5%). La Cina sta tuttavia aumentando l’acquisto di blocchi di marmo dall’Iran che passa da 398 mila tonnellate nel 2015 a 526 mila tonnellate nel 2016 (+32%) del valore medio unitario di 165 euro a tonnellata. Risultano in calo dell’8% anche le importazioni a testimonianza di un’attività commerciale rallentata. l’unica voce in aumento riguarda l’import di lavorati in granito per un valore di quasi 60 milioni di euro (+8,8%) su un import nazionale complessivo di pietra ornamentale di 384 milioni.