«Voleva derubarmi», e giù botte Donna accerchiata e aggredita

Passante corre a difenderla e viene insultato: «No a giustizia fai da te»

Polizia in azione (foto di repertorio Attalmi)

Polizia in azione (foto di repertorio Attalmi)

Carrara, 8 dicembre 2018 - «Voleva derubarmi» e la picchia davanti ai passanti. L’aggressione verbale è passata dalle tipiche invettive da hater di Facebook tipo «portatela a casa tua», «qua funziona così, se non ti va bene vattene» a vere e proprie minacce in pieno stile mafioso come «ti vengo a prendere a casa», «ti gonfio di botte» e «non ti fare più vedere». Il fatto è accaduto ieri nei pressi di piazza Nazione Unite. Vista da lontano l’immagine è stata più o meno questa: c’è un gruppo di persone che circonda una donna a terra. Gridano, gesticolano e uno di loro sferra un primo calcio, poi un altro ancora; le urlano «zingara». «In quel momento non ho potuto fare altro che correre incontro a quel gruppetto di persone e gridare di smetterla». Theo Salvi, un residente di Marina, ieri mattina stava passeggiando con il cane quando, suo malgrado, si è trovato al centro di questa vicenda. La donna – che a dire dei testimoni avrebbe cercato di rubare dei soldi dalla tasca di un passante – viene strattonata e denudata di alcuni indumenti per cercare ciò che, secondo gli autoproclamatisi giustizieri, avrebbe rubato. Dal commissariato non confermano e non smentiscono, gli accertamenti sono in corso e le autorità si riservano di dare giudizi affrettati. «La prima reazione è stata quella di difendere chi, in quel momento, era in chiaro stato di difficoltà in quanto a terra e accerchiata», racconta Salvi. Le persone continuano a gridare di tutto contro la donna a terra. «Fosse per me ti metterei sotto con la macchina – urla una ragazza –, ti spengo la sigaretta in faccia». E un altro: «Al rogo, al rogo, zingara».

Salvi cerca di portare la situazione alla normalità o, quanto meno, a un livello civile. A quel punto la rabbia viene rivolta contro di lui: «Non ho mai sostenuto che il furto sia una cosa da difendere. Ho solo chiesto di chiamare la polizia, come succede in ogni città e stato democratico, ma mi hanno risposto che ci si deve fare giustizia da soli. Io non tollero che nel luogo dove vivo le persone superino le autorità: c’è il rischio che diventi un far west». Così sono arrivate le minacce: «Un uomo, tra i più attivi nello sbraitare, mi ha gridato che mi sarebbe venuto a cercare a casa. Mi ha colpito che aveva ancora addosso il camice del luogo in cui lavora». La donna è stata identificata dalle forze dell’ordine e pare sia conosciuta per altri episodi di micro criminalità. Non è stata sottoposta a fermo e ha lasciato la sua versione dai fatti all’autorità giudiziaria.