
Sappiamo bene quanto sia importante avere sempre a portata di mano un piano “B“, utile a disimpegnarsi nelle situazioni di stallo sul lavoro così come anche nella vita e nella routine di tutti i giorni. E soprattutto quanto sia cruciale il fatto di sapersi destreggiare in situazioni di emergenza, come sono state e sono quelle legate alla pandemia, all’emergenza siccità e alle contingenze belliche in Ucraina (con tutto ciò che ne consegue in fatto di aumento dei costi di materie prime, carburanti e macchinari). In tutto questo si inserisce la storia del 25enne Matteo Pennacchi, che a Montignoso dà nuova linfa alla zootecnia locale aprendo una nuova stalla assieme a una serie di progetti collaterali di rilancio.
Malgrado questo scenario complicato, il nostro territorio ha però risposto con nuove aperture di imprese da parte di giovani e giovanissimi e con un sempre crescente coinvolgimento per quanto riguarda le donne. La nostra agricoltura è riuscita – pur nelle difficoltà, che riguardano l’intero Stivale – a gettare nuove basi per un futuro più moderno, al passo con i bisogni di prodotti e servizi dei consumatori e con prospettive di sviluppo. Un’agricoltura dove c’è fortunatamente spazio anche per un (sempre più spesso gradito) “ritorno“ al passato, in un territorio come è il nostro dove negli ultimi sei anni è scomparso ben il 30% delle stalle. Una moria che è senza precedenti per quanto riguarda sì gli allevamenti ma anche in relazione alla cura quotidiana del territorio che salva i pascoli dall’abbandono e che tutela una biodiversità sempre più a rischio. Ecco che la storia di Matteo Pennacchi, 25 enne di Montignoso, diventa un esempio: vuole iniziare ad invertire la tendenza negativa. Il suo progetto di una nuova stalla nel cuore del Cervaiolo è insieme ad un segno di ripartenza, seme di speranza per la zootecnica locale.
Diplomato all’Istituto Tecnico Agrario nel 2015, Matteo è un imprenditore molto preparato, che ha scelto il suo percorso lavorativo. "Appena finito gli studi ho lavorato per qualche anno come coadiuvante agricolo per fare esperienza. Il mio non è un percorso improvvisato. Mi sono preparato per poter aprire una mia azienda – tiene a precisare Matteo Pennacchi, che ha riattivato i terreni di famiglia – Oggi produco ortaggi e frutta di stagione per il mercato locale attraverso principalmente il porta a porta, proprio come faceva un tempo mia nonna, la vendita diretta ed anche per il mercato all’ingrosso. E’ un’attività che mi dà molta soddisfazione e che dà soddisfazione ai miei clienti". La vendita a km zero mette al riparo i consumatori dalle speculazioni di questo periodo e dai rincari dei costi per il trasporto "garantendo prodotti di qualità, sempre freschi e sostenibili. Inoltre mette al riparo noi, agricoltori, dalle vendite sottocosto a cui ci costringe la grande distribuzione", aggiunge. Il prossimo step sarà quello adesso di produrre latte fresco: "Sto aspettando le autorizzazioni per poter avviare i lavori. – spiega ancora Matteo – Lungo il percorso di questo mio progetto ho trovato la grande disponibilità del Comune di Montignoso, con il quale stiamo già ragionando per installare anche una casetta per il latte fresco, e di Coldiretti che è sempre stata al mio fianco".
"Quando chiude una stalla quasi sicuramente chiude per sempre – spiega il delegato di Coldiretti Giovani Bellè – La stalla che Matteo è pronto ad aprire per la produzione di latte da destinare alla vendita diretta e alla trasformazione, ha un valore davvero simbolico e grandissimo oltre che per il territorio e per i cittadini".
Irene Carlotta Cicora