Una “vetrina online” per la città creativa

Cresce i progetto ‘Hands at work’ lanciato da Fondazione Itki: una piattaforma per dare visibilità ad artigiani e artisti nella rete Unesco

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di Emanuela Rosi

Non bastano certo gli elementi inseriti nell’architettura della città, i monumenti sparsi nelle sue piazze, quelli partiti come blocchi informi di “bianco Carrara” e diventati opere d’arte senza tempo. Neppure il cuore bianco delle Apuane lasciato scoperto dai tre bacini estrattivi basta a rendere identificabile oltre confine l’unicità creativa di Carrara. Serve una “vetrina” capace di accogliere tutti: gli artigiani, gli artisti, i lavoratori, le scuole, i centri di formazione, gli spazi espositivi. Una vetrina dove ognuno si sente rappresentato e dove tutti sono riconoscibili, capace di costruire una rete che renda “facile” individuare la creatività della città.

La vetrina c’è, una piattaforma tecnologica che si chiama “Hands at work“. E’ uno dei progetti concreti lanciato da Itki Foundation già nella fase propositiva della candidatura di Carrara come città creativa della rete Unesco, lasciati in eredità dal forum di settembre. La piattaforma è stata creata da Koor, Società Benefit che, riconoscendo il valore dell’eredità culturale dei territori come elemento centrale per uno sviluppo sostenibile, è impegnata a supportare enti e istituzioni locali nel formulare strategie integrate e sviluppare piani di crescita locali. Il Comune l’ha presa in carico e, oltre che Itki Foundation, ha trovato la collaborazione di associazione Oltre, Cna e Confartigianato, per renderla operativa.

L’obiettivo del progetto è valorizzare il saper fare creativo di artisti e artigiani nel mondo attraverso la mappatura e il racconto, da parte degli stessi della loro artigianalità, arte e caratteristiche peculiari. Un progetto partito a livello locale ma che, in prospettiva guarda oltre confine, per valorizzare proprio le tradizioni creative come motore per uno sviluppo sostenibile del territorio, in linea con gli obiettivi dell’Agenda2030 delle Nazioni Unite. Un primo passo, concreto, che risponde ad una delle sei priorità fissate della Dichiarazione di Carrara che ha suggellato il forum della Città Creative Unesco, frutto dell’ascolto di artigiani e artisti del territorio, dei loro punti di forza, difficoltà, esigenze e obiettivi.

Prende atto di una realtà che gli “addetti ai lavori” finora hanno condiviso a parole ma che aspetta ancora più fatti conseguenti: Carrara è un “unicum” che non si esaurisce in una sola azienda e che ha quindi necessità di creare una rete fra tutte le realtà che la rendono unica. Il sollecito è arrivato durante il forum proprio da loro, artigiani e artisti, che hanno sottolineato con note positive il coinvolgimento di tutti i protagonisti della filiera, dai gestori delle cave alle scuole.

La “rete” del marmo si sta cominciando a tessere sulla piattaforma di “Hands at work”. Sono già una decina laboratori e artisti che si sono raccontati e hanno raccontato la città e la sua forza. Storie diverse ma un unico filo conduttore: la cultura del marmo. "A Carrara ovunque vai per strada, al bar, parli sempre di scultura, di arte in generale. C’è molto confronto, l’arte qui è ovunque e la maggior parte delle persone ne hanno a che fare", dice Emanuele Soldati di Basura Art Lab. Una passione che affonda le radici nella storia quella di Lucio Carusi: "Io discendo da una generazione antica: mio padre era scultore, i miei antenati... ci sono Carusi scultori ... fn da bambino avevo

questo Dna!" "Questo che faccio non è un mestiere: per me non è un lavoro, è soltanto l’unica unica forma che trovo per poter essere" sottolinea Pablo Damian Cristi.

"A tutti i giovani che incontro, perché ne ho visti passare.., la prima cosa che dico è “Siete a Carrara, dovete imparare bene e avere passione per la scultura e il marmo", ha precisato Smail Zizi, del Polo San Martino. Spera "che il Network delle città creative dell’Unesco possa portare collaborazioni di ampio respiro volte a valorizzare le competenze straordinarie che abbiamo qui sul territorio Nattia Dorici, uno dei fondatori del laboratorio “collettivo” del “Ponte di ferro”. "Il marmo, la fama del marmo, non l’ha creata Il design, non l’ha creata un pavimento l’ha creata l’arte e la cultura del marmo di Carrara" sottolinea Oliviero Bertolaso, dell’omonima casa-studio. Ma sono solo alcuni dei “racconti” già inseriti o che finiranno presto online per tracciare i lineamenti della città creativa.