Un team per dare voce ai ragazzi

Nasce con Umberto Moisè il gruppo Caiac: una risposta alla mancanza di centri di aggregazione

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Un punto d’incontro prima ancora di un’associazione che si occupa dei giovani e delle loro esigenze. Si chiama gruppo Caiac e sta nascendo in queste settimane su iniziativa di alcuni cittadini che hanno deciso di fare qualcosa di concreto per dare ai ragazzi carraresi un nuovo luogo di aggregazione.

Si tratta di un argomento molto attuale del quale anche La Nazione si è occupata a lungo negli ultimi mesi, soprattutto dopo i fatti violenti che hanno coinvolto diversi giovani e giovanissimi nelle strade della movida. Da più parti la mancanza di opportunità offerte dalla nostra città alle nuove generazioni è stata indicata come una delle concause di questa escalation di violenza ed è proprio da qui che la nuova associazione ha deciso di ripartire.

"Per ora siamo ancora in costruzione – spiega Umberto Moisè, uno degli organizzatori di questo progetto -, il nostro obiettivo però è chiaro: vogliamo occuparci di tematiche legate al mondo giovanile e alla prevenzione del disagio. Per il momento siamo ospiti in piazza Duomo della Fai dove ogni mercoledì alle 17 teniamo una riunione alla quale partecipano in media una ventina di ragazzi e ragazze dal liceo fino all’università". Un primo passo di un movimento che spera di crescere e diventare un punto di riferimento per molti. "Nonostante tanti discorsi ci sembra che nessuno muova un dito per dare ai nostri ragazzi delle alternative – prosegue Moisè -. Di spazi di aggregazione in città ce ne sarebbe tanti, ma per vari motivi sono tutti chiusi. Penso, per esempio, all’ex Mulino Forti, al centro Saffi o alla ludoteca della Padula solo per citarne alcuni. Noi vorremmo aprire una discussione e un confronto su questo tema, ma non solo. In futuro ci piacerebbe anche aprire una sportello d’ascolto per i ragazzi e le famiglie oppure trovare dei momenti per discutere di educazione sessuale o confrontarci con gli specialisti del Serd sull’uso e l’abuso delle sostanze". Tutte attività che l’associazione Caiac vorrebbe portare fuori dalle quattro mura della propria sede (provvisoria) in modo da coinvolgere maggiormente la cittadinanza. "Pandemia permettendo – conclude Moisè –, vorremmo organizzare degli appuntamenti anche in strada per portare il nostro messaggio a un numero maggiore di persone, ma ci piacerebbe anche avere un confronto anche con gli assessori al Sociale e alle Politiche giovanili, visto che credo si tratti di due facce della stessa medaglia".

c.lau.