Un saggio per ricordare l’artista Nardo Dunchi scritto da Francesca Nicoli

Un omaggio al grande scultore a dieci anni dalla scomparsa

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Un omaggio a Nardo Dunchi a dieci anni dalla scomparsa. Francesca Nicoli, degli studi storici Carlo Nicoli, sta scrivendo un saggio per ricordare lo scultore e partigiano attraverso la rielaborazione di una serie di ricordi personali riguardanti la caleidoscopica personalità di Dunchi. Il volume sta ancora prendendo forma e vuole essere un omaggio, un modo per dare un ultimo saluto allo scultore ‘ribelle’, che spesso si recava nell’ufficio di Francesca Nicoli (nella foto con Dunchi) e sovente iniziava a renderla partecipe dei suoi più intimi pensieri e del suo vissuto: "mi sommergeva con la potenza evocativa dei suoi racconti, con la forza del suo linguaggio esplosivo e di tanti ricordi di guerra e d’arte", scrive. Il tempo si fermava e i ricordi iniziavano a scorrere, grazie alla potenza del racconto di Dunchi e alla forza delle immagini da lui evocate, in quel suo stile tanto onesto quanto, talvolta, indecifrabile, come lui. "Le immagini cui ricorreva nel suo eloquio erano spesso intrise di una sottile ironia, spesso iperboliche, le sue parole mi apparivano spesso surreali. Così capii poco e niente quando mi fece partecipe della sua personale versione di come fossero davvero andate le cose, del come e del perché fosse realmente finita la seconda guerra mondiale. Aveva gli occhi vispi ed era furbo come un gatto, non so perché si fosse affezionato a me, forse per Arturo Martini, per gli anni trascorsi a scolpire allo studio, o per una particolare sintonia." Dall’esperienza parigina alla liberazione degli ostaggi sul lago di Braies: la vita e le preziose riflessioni di Dunchi sono custoditi con grandissima cura dalla sua "testimone postuma".