Tuffo per salvare il fiume Frigido: "Gli scarti di marmo uccidono"

Flash mob di un gruppo di ambientalisti. "Rossi, Buffoni e Volpi, venite a fare il bagno nel fiume"

Gli ambientalisti mentre fanno il bagno nel fiume Frigido

Gli ambientalisti mentre fanno il bagno nel fiume Frigido

Massa, 3 gennaio 2016 - La pioggia porta vita. Ma non per il Frigido. Da decenni per il principale corso d’acqua massese la pioggia significa soltanto marmettola. E morte. Soprattutto quando arriva dopo prolungati periodi di siccità e di sole.

Siccità e sole che si traducono nelle condizioni ideali per le attività estrattive che si trovano sui versanti delle Alpi Apuane: il lavoro va a pieno ritmo e il marmo si trasforma in blocchi ma soprattutto in detriti e polvere che si accumulano sui piazzali e lungo i pendii.

L’esito è scontato: quando piove tutto finisce nei fiumi e si trasforma in marmettola, amalgama di acqua e polvere di marmo che scorre e poi si cementifica, soffocando la vita. Lo ha messo nero su bianco anche la stessa Arpat in un recente documento pubblicato dal nostro giornale.

Ieri mattina, dopo un lungo periodo senza piogge, era prevista una perturbazione sulle Apuane e gli ambientalisti hanno deciso di effettuare un flash mob di protesta contro il fenomeno dell’intorbidamento del Frigido: un bagno fuori stagione nel Frigido che, come previsto, si è presentato bianco come il latte. In acqua, ad affrontare il gelo e la corrente, sono scesi Andrea Ribolini, Marcello Cantoni, Alberto Tarabella, Antonio Musetti, Fabrizio Bertoneri e Nicola Cavazzuti (consigliere comunale di Rifondazione comunista).

Sul posto anche rappresentanti del Movimento 5 Stelle, fra i quali Luana Mencarelli, consigliere comunale. E’ arrivato poi anche Alberto Grossi, da poco Ambientalista dell’anno, a sostegno del flash mob di protesta. Gli ambientalisti si sono calati in acqua in zona Biforco, lungo il canale Secco che poi confluisce nel Frigido alla Filanda: "Abbiamo festeggiato l’anno nuovo con una usanza vecchia, cioè il Frigido bianco – commentano gli ambientalisti –. Lo sapevamo che sarebbe accaduto oggi, alla prima pioggia dopo 30 giorni di secca. Questa è la realtà del nostro fiume che oggi è ancora più inquinato perché non ci sono più microvertebrati: non è inquinamento chimico ma il soffocamento della vita dato dalla marmettola".

Una protesta che vuole arrivare a tutti i livelli. "Invitiamo tutti a fare il bagno in queste acque dopo ogni pioggia: il presidente della Regione, Enrico Rossi, il sindaco Alessandro Volpi, il presidente della Provincia, Narciso Buffoni. La Regione dice che il bacino è troppo esteso per individuare i colpevoli? Allora cerchiamo almeno di non peggiorare la situazione rendendo il Pit più restrittivo vietando aperture, riaperture e ampliamenti. Il principio della precauzione è essenziale per la salvaguardia dell’ambiente".