Troppi bar, poco lavoro. "Così non va"

A Massa i titolari dei locali lanciano l’allarme. "Servono regole chiare per le aperture"

 Lino Rossi con tutto lo staff del «Bar Rossi»

Lino Rossi con tutto lo staff del «Bar Rossi»

Massa, 4 maggio 2019 - Riflettori  sul commercio ed in particolare sui bar, locali che aprono e locali che invece abbassano la saracinesca inghiottiti dalla crisi. Ma i bar a Massa sono troppi o in numero adeguato alla realtà cittadina? Occorre un piano del commercio? E ancora quali sono le ‘cure’ per l’economia massese?

La parola va ai diretti interessati, i titolari dei bar del centro. «Il piano del commercio – dice Nicolò Negrari di Enocafe’ – è necessario. Stiamo assistendo ad una situazione paradossale: molti bar aprono e molti chiudono. Siamo in troppi. Ci vuole una regolamentazione altrimenti sopravviviamo con molto sacrificio. La nostra non è una città turista come possono essere Lucca, Siena ed altre in Toscana. In centro i bar sono troppi e anche a Marina la situazione è simile: di inverno molti locali si... girano i pollici». La soluzione? «Ci vogliono delle regole, bisogna valutare zona per zona. Ci aspettiamo che qualcosa con questa amministrazione cambi». E che il bar siano un numero eccessivo lo conferma anche Davide Giuntoni del Bollicine: «In questo modo si lavora tutti meno di quanto invece potremmo fare. Questa situazione penalizza i bar che hanno dipendenti. Non siamo una città turistica e pensare che potremmo esserla: abbiamo i monti ed il mare, quali migliori risorse ? Le sinergie, la valorizzazione delle risorse potrebbero essere un ottimo strumento per qualificare la città. Il 1° maggio noi abbiamo aperto».

«La liberalizzazione delle licenze – spiegano Francesco e Bruno Ciuffi del bar La Perla – ha creato questa situazione, ci vogliono regole chiare altrimenti, per usare un termine massese, si fa ‘un minestrone’. Un esempio? Per farmacie e tabacchi si fa rifermento al numero di utenti, perchè non adottare lo stesso sistema per i bar? Tenendo presente che questo settore è costretto a offrire un’offerta omogenea e che Massa non ha una vocazione turistica, per dare linfa al nostro settore è necessario riportare i servizi in centro». La proposta è di riportare nei palazzi pubblici i servizi «che sono stati dislocati altrove così i bar avranno un impulso importante. In questi giorni di scadenze si può verificare questa possibilità. Riportiamo l’ufficio del registro, per fare un esempio, in centro e qualcosa cambia».