"Tremila imprese a rischio", l'allarme di Cna

L'87 per cento degli intervistati non è soddisfatto degli aiuti economici

Artigiano

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Carrara, 9 aprile 2020 - “Servono aiuti concreti o 3mila imprese artigiane non riapriranno dopo il lockdown. E’ crisi di liquidità”. A denunciare quanto sta accadendo è Paolo Bedini, presidente di Cna che chiede una spinta ulteriore in vista degli ulteriori provvedimenti di restrizione del Governo. “Nella nostra provincia – spiega – abbiamo un altissimo tasso di micro, piccole e medie imprese. Stiamo parlando di migliaia di attività del commercio, del turismo, dell’artigianato e dei servizi, interi comparti del settore economico che sono in difficoltà già a fine marzo, figuriamoci dopo. Molti, probabilmente, al termine di questa emergenza non riapriranno. La nostra associazione si è esposta direttamente per la richiesta di una chiusura totale ancor prima che fosse fatta, ma con la stessa lungimiranza e responsabilità siamo altrettanto consci che le attuali misure varate dal governo per fronteggiare l’emergenza coronavirus non siano sufficienti”.

Secondo un sondaggio di Cna l'87 per cento degli imprenditori ritiene che i provvedimenti presi siano poco o per niente adeguati, mentre solo il 13 per cento ritiene che siano mediamente efficaci. A preoccupare le imprese è soprattutto l’impatto dello stop prolungato sulla propria attività e sull’economia in generale. Il 41 per cento non esclude la possibilità di non riaprire più, mentre un ulteriore 37 ritiene di essere a rischio se la sospensione dell’attività dovesse durare ancora a lungo. La metà si dice spaventato soprattutto da una possibile recessione economica, una quota praticamente identica a chi è preoccupato maggiormente dall’emergenza sanitaria (49 per cento). Il 90 per cento si dice convinto del mancato incasso dei pagamenti in sospeso da ricevere. I primi provvedimenti governativi, relativi alle moratorie di mutui, leasing e finanziamenti, hanno alleggerito le preoccupazione primarie delle aziende, così come l’accesso agli ammortizzatori sociali, per garantire i dipendenti. “Purtroppo – analizza Bedini - di fronte ad una emergenza che ogni giorno che passa pare destinata a prolungarsi ulteriormente, questi provvedimenti risultano non risolutivi. Non possiamo pensare di rispondere alle esigenze delle imprese semplicemente spostando le scadenze dei pagamenti tributari e contributivi, oppure con il credito d’imposta sulle locazioni o con qualche ritocco di tasse locali. La situazione della liquidità di queste imprese, soprattutto dopo la scadenza di fine mese di marzo, inizia a configurarsi come drammatica; sono stati segnalati un gran mole di insoluti e le imprese ricevono lettere sempre più numerose da parte di clienti che annunciano mancati pagamenti legati all'emergenza”.

Cna produrrà un documento da inviare alla Regione, al fine di snellire i rapporti con le banche. Nel frattempo, per una certa tipologia di imprese, grazie ad accordi con Artigiancredito Toscano, Cna sarà in grado di erogare finanziamenti diretti alle imprese socie per importi da un minimo di 5mila euro e fino ad un massimo di 25mila euro.