"Trasparenza sulle cave" Legambiente dal garante

L’associazione non riesce a ottenere dati chiari sulle estrazioni di marmo. Dal Comune una tabella piena di omissis sul tipo di materiale ricavato.

"Trasparenza sulle cave"  Legambiente dal garante

"Trasparenza sulle cave" Legambiente dal garante

Gran parte dei materiali estratti dalle cave di marmo sono detriti. E’ fatto noto, tant’è vero che gli stessi concessionari avevano contestato le normative regionali che fissavano percentuali sul materiale ornamentale da estrarre in blocchi fino al 30%. Sulle Alpi Apuane la resa diventa un valore discriminante per capire la bontà di un bacino estrattivo e se valga la pena tenerlo aperto per evitare un danno ambientale fine a se stesso. Eppure ottenere chiarezza su questi dati sembra una missione impossibile. Legambiente Carrara ci prova da oltre 15 anni senza successo, tant’è vero che nel 2007 aveva addirittura presentato un esposto alla Procura della Repubblica per ottenere i dati di blocchi, informi, scaglie e terre cava per cava. Niente da fare. Oggi la storia si ripete come evidenzia la presidente Mariapaola Antonioli. "È da oltre 15 anni che le amministrazioni comunali succedutesi respingono la nostra richiesta di trasparenza e rilasciano i dati dei quantitativi di materiali estratti cava per cava rendendole anonime, in modo da impedirne l’identificazione – scrive –. Questa opacità ostacola i cittadini sia nell’individuazione delle cave che violano le norme (perché producono quantità spropositate di detriti o abbandonano al monte le terre, ecc.) sia nell’avanzare proposte di pianificazione e regolamentazione basate sulla concreta conoscenza dei dati. Abbiamo perciò presentato un ricorso al Responsabile comunale per la trasparenza e la Prevenzione della corruzione, nonché al Difensore civico regionale".

Una richiesta puntuale, dettagliata nel ripercorrere i vari passaggi amministrativi seguiti dall’associazione ambientalista che dagli uffici è riuscita a ottenere solo numeri senza possibilità di estrapolare una lettura critica. Legambiente Carrara aveva presentato richiesta di accesso civico generalizzato sulle produzioni di ciascun complesso estrattivo dal 2005 al 2022, i dati dei quantitativi annui (tonnellate) estratti da ciascuna cava nel periodo 2005-2022, suddivisi nelle tipologie in cui sono stati classificati nei rispettivi anni. Aveva chiesto di organizzare i dati in modo da permettere la ricostruzione delle informazioni senza ambiguità, distinguendo le diverse frazioni merceologiche: blocchi, scaglie bianche, scaglie scure, terre, pietrisco, scogliere.

Quanto trasmesso il 6 marzo a Legambiente dal Comune, però, erano solo dati generali sugli anni dal 2005 al 2022 con una tabella caricata di ‘omissis’ dove era impossibile individuare le cave a cui ricondurre l’effettiva escavazione. Legambiente pretende trasparenza e con il ricorso al Responsabile comunale per la trasparenza e la Prevenzione della corruzione, nonché al Difensore civico regionale, in 21 punti chiede che "accertino la sussistenza dei motivi di esclusione ‘relativi’ all’accesso civico generalizzato" e anche di verificare se gli stessi dati richiesti non debbano essere oggetto di pubblicazione anche in assenza di istanze di accesso nella sezione amministrazione trasparente del sito del Comune.