Tessile in crisi, in bilico decine di lavoratori

Il settore perde il 20 per cento fra produzione e fatturato. Scade a fine anno il blocco dei licenziamenti: l’unica salvezza è la proroga

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Per i lavoratori del tessile sarà un Natale con il cuore in gola. Alla fine dell’anno, infatti, scade il blocco dei licenziamenti e si attende una proroga della misura come il più bel regalo per le feste da parte del Governo: il rischio altrimenti è di perdere tantissimi posti di lavoro. A Massa Carrara il taglio lineare potrebbe riguardare diverse decine di lavoratori solo fra le imprese più importanti. A evidenziare il pericolo è il segretario della Uiltec Toscana Nord, Massimo Graziani, a margine del direttivo sindacale per Lucca e Massa Carrara che si è svolto lunedì a Carrara. Il settore perde in media il 20% fra produzione e fatturato, evidenzia Graziani contattato al telefono, e questa cifra potrebbe ricadere a cascata sul comparto e sui lavoratori con i licenziamenti che potrebbero diventare operativi dopo il 31 dicembre: significherebbe mettere in bilico un centinaio di posti di lavoro nel tessile apuano.

"E’ stato uno dei settori maggiormente danneggiati dalla pandemia, inutile nasconderlo. Le esportazioni hanno subito blocchi o pesanti rallentamenti, nella migliore delle ipotesi, con lunghi mesi che hanno fatto segnare uno stallo completo. Tant’è vero che diverse aziende anche storiche del territorio hanno dovuto reinventarsi, e portiamo solo l’esempio della Sartoria Carrara di Massa. Ma è evidente che non basta produrre mascherine per tenere in piedi un’impresa complessa. Oggi i lavoratori del settore possono godere del blocco dei licenziamenti ma il tempo corre – prosegue il segretario Uiltec Toscana Nord - e il 31 dicembre è dietro l’angolo. Tutte le criticità potrebbero esplodere e gli ammortizzatori non basterebbero a salvare impresa e occupazione".

La speranza è che arrivi la proroga alla misura da parte del Governo ma il segretario Uiltec è anche dispiaciuto dalla mancata visione del territorio su un settore che potrebbe dare molto di più: "Nessuno ha pensato a elaborare un progetto sul settore tessile da proporre al finanziamento per il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Eppure noi avevamo lanciato una proposta su cui lavorare tutti insieme per costruire un impianto di raccolta, smistamento e riciclaggio dei prodotti tessili, per renderci più indipendenti dall’estero, da associare a un polo di ricerca sul riciclo delle fibre. Ma nessuno ci ha ascoltati, peccato". L’attenzione del sindacato resta alta anche sul tema caldo della Sanac, per la quale è stata pubblicata la gara ma su cui non ci sono soluzioni a breve termine, come sul settore dell’energia caratterizzato dall’aumento del costo delle materie prime.