Stragi naziste, i superstiti in Corte d’Appello a Firenze

Li do Lazzerini parlerà all’apertura dell’Anno Giudiziario a nome delle famiglie di tutte le vittime toscane

I gerarchi nazisti al processo di Norimberga dopo la guerra (foto d’archivio)

I gerarchi nazisti al processo di Norimberga dopo la guerra (foto d’archivio)

Massa, 29 gennaio  2020 - La Corte d’Appello di Firenze darà voce ai familiari delle vittime delle stragi nazifasciste avvenute in Toscana. Non era mai accaduto prima d’ora. Ad intervenire a nome di una delegazione, i cui membri vengono dal Padule di Fucecchio, dalla Lunigiana, da Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema oppure hanno avuto parenti uccisi a Cefalonia, sarà il professor Lido Lazzerini. Per chi non lo sapesse, Lazzerini, già docente di fisica e originario di Fivizzano,quando aveva solo 5 anni è sopravvissuto alla strage avvenuta nella frazione di Mommio dove furono barbaramente uccisi il padre e due zii. Sarà lui, quindi, a leggere un documento, all’apertura dell’Anno Giudiziario presso la Corte d’Appello. La scelta di Lazzerini è stata una decisione presa all’unanimità dai componenti del gruppo di superstiti e familiari delle vittime delle stragi avvenute in tante realtà della Toscana.

Nella lettera con la quale i sopravvissuti e i familiari delle vittime hanno chiesto e ottenuto di intervenire all’apertura dell’Anno Giudiziario si legge: "I massacri in cui sono caduti i nostri cari sono quelli del Padule di Fucecchio, di Fivizzano, Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto e Cefalonia. Man mano che procedono le nostre attività, sempre nuove persone, e associazioni in rappresentanza di comunità colpite dai crimini di guerra perpetrati dall’esercito tedesco, ci esprimono stima e aderiscono alle nostre iniziative. I nostri familiari sono stati assassinati in stragi di civili, bambini compresi, o in massacri di militari che, dopo essere stati sopraffatti in combattimento, come prigionieri erano protetti dalle leggi di guerra. Siamo stati segnati da lutti atroci, con conseguenze per tutta la vita –prosegue il documento – fra noi c’è chi ha perso la madre, le sorelle, i fratelli, chi il padre, chi 9 familiari. Dopo la Seconda guerra mondiale, pochi sono stati i processi penali e dagli anni Cinquanta solo due nazisti sono rimasti in carcere. Nei processi successivi agli anni Novanta, i colpevoli sono rimasti indisturbati in Germania e la giustizia penale è una battaglia persa.

La giustizia civile, invece, per la realizzazione dei risarcimenti, è una questione aperta e ha un obiettivo raggiungibile, perché lo Stato tedesco è responsabile per quanto commesso dai suoi militari e funzionari". E qui superstiti e familiari ricordano come, a seguito di sentenze di Tribunali Militari Italiani, negli anni Duemila la Repubblica Federale Tedesca era stata condannata a risarcire i familiari delle vittime:

«Nel 2008 la Germania si è rivolta alla Corte di Giustizia dell’Aja che, nel 2012, ha tenuto indenne lo Stato tedesco da ogni condanna patrimoniale. Nel 2014 però è intervenuta la nostra Corte Costituzionale stabilendo che la decisione della Corte dell’Aja non ha effetto in Italia perchè è contraria alla Costituzione. Un provvedimento coraggioso che ha ricevuto notorietà mondiale e il plauso dei migliori giuristi. In punta di diritto è certa la possibilità di condannare la Germania e anche quella di eseguire la sentenza ma restano serie difficoltà. Siamo orgogliosi che la magistratura sia sulla strada giusta, ma preoccupati perchè altri poteri dello Stato sembrano lasciarla senza sostegno. Nell’intervento di Mattarella per il Giorno della Memoria nel 2018 è stato fatto riferimento più volte ai giuristi. Il Capo dello Stato ha denunciato l’indifferenza e ha ricordato “la complicità d’organismi dello Stato,d’intellettuali, giuristi, magistrati”, Anche oggi, e con lo stesso spirito, chiediamo giustizia. Dare voce a noi vittime sarà un passo nella stessa direzione.”

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