Sparivano medicinali: condannato l’addetto

Quattro anni e sei mesi a Riccardo Giumelli che lavorava al punto farmacia dell’ospedale di Pontremoli. La difesa annuncia ricorso

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di Andrea Luparia

E’ stato condannato a 4 anni e 6 mesi Riccardo Giumelli, l’ex addetto al punto farmacia dell’ospedale di Pontremoli. A leggere ieri, poco dopo le 13, la sentenza è stato il giudice Agusto Lama, presidente del collegio giudicante. Battaglia legale finita? No, perchè la difesa ha già annunciato che, dopo la necessaria lettura delle motivazioni, presenterà con ogni probabilità ricorso. Ma facciamo qualche passo indietro. Ieri mattina in aula si è svolto un duello in punta di diritto tra il Pubblico ministero e la difesa. La Pm ha ripercorso le tappe dell’inchiesta portata avanti dai carabinieri del comando provinciale di Massa Carrara tra il 2016 e il 2018 che portarono a varie intercettazioni, alla testimonianza della dirigente della farmacia dell’ospedale pontremolese e a diversi sopralluoghi. Secondo gli investigatori, dall’indagine emerse che dal deposito della farmacia dell’ospedale “Sant’Antonio Abate“ di Pontremoli spariva di tutto, comprese sostanze che potevano essere utilizzate come dopanti. Ma non solo quelle. Nella richiesta di rinvio a giudizio si elenca la sparizione di 90 dosi del farmaco “Menveo“, di 20 dosi di “Nimerix“, di varie confezioni di antidolorifici, betabloccanti, antidepressivi, broncodilatatori, tranquillanti e, ultimi ma non ultimi, di farmaci per la cura delle disfunzioni erettili (“Cialis“ e “Viagra“ in primis). Nel 2018, nella richiesta di rinvio a giudizio firmata dall’allora Pm di Massa, Alberto dello Iacono, gli imputati erano due, ma uno ha patteggiato davanti al Gup uscendo velocemente di scena. A fronteggiare l’accusa di peculato era rimasto solo Riccardo Giumelli, 66 anni, di Bagnone. E’ verso di lui che si è rivolta la Pm parlando di una stanza dove era difficile entrare anche per le addette alla pulizia e di contenitori pieni di medicinali che venivano portati dall’imputato fuori dall’ospedale. Nella sua arringa difensiva, l’avvocato ha cercato di demolire il castello accusatorio sostenendo che non c’erano prove e che ogni atto relativo ai medicinali veniva firmato da un dirigente dell’Asl. Ma quando il collegio giudicante è rientrato dalla camera di consiglio, sono bastate poche parole per far capire che per i giudici di Massa il castello accusatorio era solido. Facile prevedere che in futuro a dare il loro giudizio dovranno essere i giudici di Genova. E Giumelli ha già annunciato, in quella sede, battaglia.