Spaccatura all’interno del Pd Niente accordo, saltano le primarie Regna l’incertezza sul candidato

Fumata nera nella nuova riunione della segreteria alla presenza (al telefono) del coordinatore regionale Sani. Gli ex sindaci erano per la consultazione interna. Lunedì l’incontro decisivo per una soluzione in extremis.

Spaccatura all’interno del Pd   Niente accordo, saltano le primarie  Regna l’incertezza sul candidato
Spaccatura all’interno del Pd Niente accordo, saltano le primarie Regna l’incertezza sul candidato

Ancora una fumata nera nel Pd in vista delle elezioni. Nella riunione di ieri sera della segreteria comunale, con la presenza da remoto del coordinatore regionale Luca Sani, è stata sancita la spaccatura, già evidente, all’interno del partito. Una discussione animata, dove non sono mancati gli scontri verbali, che alla fine ha prodotto un solo risultato: non ci saranno primarie. Sarà scelto un nome interno oppure sarà dato l’appoggio a un candidato esterno, ma in tutti i casi la scelta non sarà unanime e non si escludono uscite di scena. La decisione sarà presa lunedì al termine di un’altra riunione che è già stata convocata. Sani ha fatto appello al senso di responsabilità di ognuno: sarà sufficiente in extremis a mettere insieme le varie anime del partito?

Ricordiamo che nel variegato mondo del centrosinistra sono già in campo le candidature a sindaco di Fabio Evangelisti, Cesare Maria Ragaglini, Andrea Barotti, Guido Mussi, Fabio Cristiani e Massimo Spallanzani. E siamo sempre in attesa degli eventuali candidati dei Socialisti, del Polo Progressista e di Sinistra (Nicola Cavazzuti?) e del Terzo Polo, anche se Azione – non certo Italia Viva – sembra strizzare l’occhio a Persiani. All’appello manca come detto il Pd, il partito che anche alle ultime deficitarie elezioni politiche, a Massa, ha ottenuto più del 20% dei voti. I suoi elettori si chiede da tempo cosa stia succedendo. La risposta è semplice e complessa nello stesso tempo: non c’è accordo su un nome. In questi casi la soluzione delle primarie appariva obbligata, anche per evitare una ridda di candidati che finirebbero per mangiarsi i voti e fare il gioco del centrodestra. Una soluzione che aveva il sostegno degli ex sindaci Roberto Pucci e Alessandro Volpi e del consigliere regionale Giacomo Bugliani, ma che non è passata per motivazioni diverse, oltre al fatto che avrebbero corso in pochi: non c’è tempo, non c’è chiarezza sulle regole, non c’è accordo sul programma. Insomma, tra divisioni e veti incrociati il Pd è ancora in alto mare a 2 mesi dalle elezioni. Molti si chiedono come mai il nuovo corso di Schlein non sia intervenuto formalmente. Il punto è che non è possibile in quanto non ufficialmente insediato. Solo ’moral suasion’.

Com’è noto, la candidatura che avrebbe messo d’accordo tutti è quella di Bugliani: anche chi non lo ama non avrebbe opposto resistenza. Ma il consigliere regionale si è tirato fuori, preferendo concludere il mandato in Regione. E si è tornati al punto di partenza. Una parte delle sezioni (Marina e Quercioli) spinge per un accordo con Ragaglini (ora forse in pole position), altre invece sono per l’ex deputata Martina Nardi e per sostenere l’ex parlamentare Evangelisti; un’altra parte ancora è per Vincenzo Tongiani. Poi ci sono le disponibilità, più o meno dichiarate, di Eleonora Biancolini, Bruno Ciuffi e Gabriele Carioli. Ma il punto resta il solito, riunione dopo riunione: non c’è intesa.

Luca Cecconi