Maltempo, sorelline morte al campeggio. Il padre: "Le mie due figlie sono in paradiso"

Hicham Lassiri racconta i momenti gioiosi della vacanza

Le sorelle Lassiri in un momento di divertimento

Le sorelle Lassiri in un momento di divertimento

Massa Carrara, 2 settembre 2020 - Un abbraccio che non si dimentica. Negli anni da cronista ci sono state tante storie, ma l’abbraccio di un padre che ha perso due figlie e la sua stretta di mano fa venire i brividi e fa palpitare il cuore. Sono le 10.20 e siamo in piazza Mercurio, in pieno centro storico, quando da Palazzo Nizza, Ostello dei Pellegrini, esce un uomo. Ha in mano due buste, lo sguardo triste, ma il passo sicuro. E’ lui è Hicham Lassiri, il papa di Jannat e Malak, due anni e mezzo e 14 anni, uccise nel sonno da un pioppo che ha fermato per sempre il loro futuro, domenica nella tenda del campeggio Verde Mare, alla Partaccia.

Posso parlarle un momento? Lui si ferma e chiede il motivo, il motivo è la tragedia che da domenica porta nel cuore. Ecco come inizia il dialogo con un padre che ha il cuore spezzato, ma che va avanti e lo spiega lui stesso.  «Le mie due bambine ora sono angeli e sono in Paradiso. Lo dice la mia religione. Non ho dubbi. Loro sono andate in Paradiso del resto i loro nomi in italiano significano angelo e paradiso». Poi il racconto di Hicham Lassiri va avanti. E’ il suo cuore a dare voce alle parole. «Ho una altra figlia, più grande e un bambino. A me e mia moglie sono rimasti loro. I amo i miei figli per loro darei l’anima. Tutto quello che faccio lo faccio per loro»

Eravate in vacanza? «Sì ed era stata una bella vacanza. Tutti i miei figli si erano divertiti saremmo dovuti ripartire lunedì. Siamo una famiglia umile, ma per loro era stata una vacanza al mare, eravamo stati a Viareggio avevamo visto tante cose... il mare. Era andato tutto bene». 

E poi cosa è successo? «L’albero ha colpito la tenda dove dormivamo e ha colpito le mie due figlie. Ha scelto loro, il significato dei loro nomi angelo e paradiso. E adesso loro sono in Paradiso. Le voglio riportare a casa a Torino, ma non sappiamo ancora se resteranno a Torino o se le porteremo in Marocco. Ora stiamo lasciando Palazzo Nizza per un altro alloggio».

Quando tornerete a Torino? «Partiremo giovedì».

Tornerete ancora a Massa? «Certo. E’ necessario. Vanno sbrigate alcune cose ancora con i carabinieri. E chissà anche dopo».

Un secondo abbraccio, una stretta di mano e il cuore in subbuglio. Hicham attraversa la piazza per raggiungere la macchina pochi minuti dopo rientra a Palazzo Nizza. Quando lascia l’alloggio dietro di lui ci sono la mamma delle due bambine, Aziz Fatima, la sorella maggiore Niss Rinn: sono entrambe vestite di nero. Il dolore e la mestizia che trafigge i loro cuori si legge negli sguardi. Composte e dignitose. Per mano alla mamma e poi alla sorella un bambino: Tari il fratellino, l’unico figlio maschio. In silenzio. Tutti prigionieri di un dolore composto vissuto intimamente. Hicham Lassiri si allontana un attimo: c’è un altro saluto e ancora battiti di cuore e lacrime. Poi quello che resta di una famiglia felice e piena di amore si allontana per raggiungere un nuovo alloggio: ad aspettarli ci sono altri familiari arrivati a Massa dalla Francia e dal Marocco per stringersi a loro e cercare di lenire un dolore immenso, una realtà che umanamente non è accettabile. Giovedì il rientro a Torino in uno scenario di una quotidianità che non potrà mai essere come quella che hanno lasciato per venire in vacanza in Toscana. Dall’alto a proteggere un nuovo nucleo familiare ci sono due angeli.