Soluzione per la marmettola al monte Un filtro trasforma i fanghi in acqua pulita

La società spezzina Smc ha messo a punto, dopo tre anni di lavorazione in cava, un impianto per il riuso sostenibile dei reflui

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di Cristina Lorenzi

Potrebbe essere la soluzione per lo smaltimento della marmettola, che rischia di mettere in ginocchio il sistema lapideo, e nello stesso tempo potrebbe dare un colpo di mannaia all’emergenza siccità che rischia invece di mettere ko l’intero pianeta. Si chiama Smc ed è una società ligure che ha sperimentato, dopo tre anni di lavoro in cava, un sistema di filtraggio che trasforma la marmettola in acqua da riutilizzare e in polvere di marmo compressa spendibile nell’edilizia.

Un macchinario dal costo di circa 30mila euro che, senza alcun agente chimico e occupando un semplice container, riesce a separare le acque dalle polveri ultrasottili delle marmettola intercettando persino i 3 micron di particelle, quelle che finiscono nei terreni e nelle falde, e che senza alcun additivo consente di ottenere acqua e polvere completamente pulite. I dettagli del macchinario, che in città è stato acquistato per il momento da uno dei big del marmo che ha detto addio a filtropresse e alla chimica e ha deciso di dare maggiore attenzione all’ambiente, sono stati illustrati dall’amministratore delegato di Smc group, Alessandro Borrini, a capo di un’azienda che finora, con 90 dipendenti, si è occupata di carpenteria e che ha capito che il futuro passa da un’economia sostenibile e da un ambiente rispettato.

"Dopo anni di carpenteria navale ed edile – spiega Borrini – abbiamo deciso di diversificare e creare un’alternativa al passo con il rispetto del pianeta. I nostri tecnici, biologi e periti hanno messo a punto questo filtro che consente di ripulire la marmettola e trasformarla in polvere non inquinata e in acqua pura". A conforto del lavoro, le analisi di Ambiente che ha accertato parametri sotto ogni soglia permessa, con solidi sospesi che da un valore di 3380 dopo il filtro passano a 16,4.

"Proprio in un momento in cui il nostro Paese è costretto a pagare multe di 30 milioni ogni sei mesi per la violazione delle norme Ue sulla raccolta e il trattamento delle acque reflue – spiega Borrini – noi abbiamo una soluzione che darebbe un colpo di grazia all’inquinamento di falde e terreni oltre che, se usata in scala mondiale, anche alla siccità che sta diventando una delle emergenze primarie del nostro pianeta. I nostri impianti depurano le acque reflue di lavorazione con l’obiettivo primario di un riuso dell’acqua". Questo potrebbe essere la chiave di volta del nuovo problema che attanaglia la classe industriale del marmo, quello dello smaltimento della marmettola che non venendo più acquistata da Scarlino e non potendo più essere utilizzata nei cantieri del grossetano potrebbe paralizzare, come dicono da Confindustria, il lavoro al monte.