Si lancia dal pontile, volo di tre metri: ventenne all’ospedale

A Ferragosto, intorno alle 18, si è lanciato in mare malgrado il divieto. L'hanno portato via in ambulanza

L'ambulanza è intervenuta velocemente (foto di repertorio)

L'ambulanza è intervenuta velocemente (foto di repertorio)

Massa, 17 agosto 2018 - Poteva  andargli peggio, molto peggio, al venticinquenne che a Ferragosto ha voluto, permettetemi di dirlo, «fare il furbo». Malgrado il divieto quasi decennale, si è gettato dal pontile di Marina di Massa. E si è fatto male. Sono dovuti andare a prenderlo con l’ambulanza in spiaggia e portarlo in codice giallo al Noa. Il referto medico parla di trauma cranico e trauma rachide dorsale. In pratica si è fatto male alla testa e alla schiena. Poteva morire o rimanere paralizzato.

Il fatto è accaduto poco dopo la 18. La telefonata al 118 è arrivata infatti alle 18,18. «Correte, un giovane si è tuffato dal pontile di Marina di Massa e si è fatto male. Molto male». Sul posto si è precipitata l’ambulanza più vicina, quella senza medico a bordo, per capirci, ma con volontari e un bravo infermiere. Le condizioni del giovane sono apparse subito abbastanza gravi. Aveva fatto un volo di tre metri (la distanza tra il pontile e l’acqua) ma aveva fatto male i calcoli. Ha toccato il fondale. Facendosi male. Immobilizzato sulla barella, il giovane è stato portato al Pronto soccorso dove i sanitari gli hanno fatto ogni controllo, temendo lesioni interne.

Per fortuna gli esami hanno dato esito negativo e ieri, intorno alle 13, il giovane è stato dimesso ed è potuto tornare a casa per la convalescenza. Avrà qualche difficoltà a muoversi ma guarirà. Per capire cosa ha rischiato questo «tuffatore» che con disinvoltura non usa precauzioni e ignora divieti e consigli, la dottoressa Susanna Salvetti, della direzione medica del presidio ospedaliero, commenta: «Ha fatto un volo di tre metri e ha rischiato molto. In passato delle persone ci sono rimaste. E’ stato fortunato». Un dato è giusto sottolineare. Sono tanti, ogni anno, i ragazzi e le ragazze che si tuffano dal pontile. Tra loro ci sono anche diversi minorenni. Cosa li spinge? Il gusto del rischio, la voglia di farsi vedere o di stare nel «branco». C’è persino chi si arrampica sulla ringhiera (magari appoggiandosi al palo della luce) per buttarsi dall’alto. I controlli sono zero. O quasi. Nessuno ci fa più caso. Fino a quando qualcuno si fa male.