Sherazade, da fermo costa 50mila euro al mese "Chi pagherà tutta questa corrente elettrica?"

"Quella nave lì ogni mese richiede 50mila euro euro di energia elettrica. Chi pagherà?" Se lo domanda il patron di The italian sea group parlando dello Sherazade, lo yacht da 140 metri che secondo gli investigatori sarebbe formalmente riconducibile all’oligarca Eduard Khudaynatov e che è congelato nel bacino di carenaggio del cantiere marinello ormai da dieci giorni con un provvedimento ministro dell’Economica Daniele Franco. In un servizio mandato in onda dal programma de La 7 ‘Non è l’arena’ il numero uno di Tisg ha ricordato come, anche se ferma in cantiere, una reggia galleggiante come quella abbia dei costi di gestione esorbitanti. "Non possiamo certo pensare – ha detto Costantino (nella foto) – di staccare il cavo di alimentazione elettrica". Proprio sul futuro immediato del megayacht, intanto, sono in queste ore al lavoro i legali del cantiere che hanno già avanzato una richiesta formale al Comitato centrale della guerra per ottenere il via libera allo spostamento dello Sherazade fino alla banchina Chiesa dove rimarrà almeno fino a novembre per il completamento dei lavori di manutenzione. Interventi che dovrebbero essere a carico dell’armatore. Quanto alla gestione ordinaria dello yacht con il congelamento questa dovrebbe passare al Demanio che dovrà nominarne un custode. A seconda di come poi si evolverà la situazione lo stato potrà vendere la nave e recuperare i soldi spesi, altrimenti se verrà scongelato l’armatore dovrà rifondere le spese sostenute.