Sette ore in attesa dell’ambulanza

L’odissea di un novantatreenne che ha aspettato in barella nel corridoio del pronto soccorso.

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di Maria Nudi

E’ stato dimesso martedì alle 12.40 dal pronto soccorso del Noa. E’ riuscito a tornare a casa, a Marina di Carrara, poco prima delle 20. E non siamo su scherzi a parte. Un uomo di 93 anni è rimasto sulla barella per oltre sette ore perché non c’erano ambulanze disponibili a riaccompagnarlo a casa. A raccontare questa disavventura è un coingunto dell’anziano che con uno spirito altruistico e senso civico speiga: "Questa disavventura è capitata ad un nostro familiare, ma potrebbe capitare a chiunque. Voglio lanciare un appello affinché episodi così gravi non accadano mai più e perché si provveda affinché la centrale operativa del 118 del Versilia abbia mezzi in numero adeguato e sufficienti volontari per rispondere alle esigenze del territorio". Questi i fatti ricostruiti da un familiare del novantenne : "Martedì scorso questo nostro familiare che ha 93 anni e soffre di diverse patologie ed è anche allettato aveva dei sintomi per i quali dopo aver fatto il percorso sanitario classico con tutte le tappe è stato deciso che era necessario portarlo in pronto soccorso e così è stato. Abbiamo chiamato il 118 ed è arrivata una ambulanza che da Marina di Carrara lo ha portato al Noa. Al pronto soccorso il nostro familiare ha avuto tutta la assistenza possibile. Nessun problema. Alle 12.40 è stato dimesso. Ed è stata richiesta l’ambulanza al 118". Il resto della storia è una sorta di calvario: " Questa persona che era digiuna è rimasta sulla barella per circa 7 ore. Non arrivavano ambulaze per riportarlo a casa. Dobbiamo ringranziare le operatrici sanitarie che lo hanno accudito e lo hanno anche imboccato dandogli un budino".

Una attesa estenuante e terribile per una persona così fragile e sofferente, ma lo sarebbe stata per qualsiasi paziente. "Dalla centrale del pronto soccorso – prosegue il racconto del familiare – è stato spiegato che non c’erano mezzi, che siamo d’estate e che inoltre c’è carenza di volontari. Comprendiamo tutto. Ma nessuno deve vivere questa esperienza. Per questo lanciamo un messaggio a tutti affinché una carenza del genere venga colmata". Questa famiglia nei prossimi giorni si rivolgerà all’ufficio relazioni con il pubblico del Noa per denunciare la situazione: non si tratta di una polemica negativa, ma di un racconto che potrebbe essere utile per cercare delle soluzioni necessarie. "E’ stata per il nostro congiunto una situazione di grande difficoltà. Sette ore e più in barella".