A Pontevecchio nuove scoperte dagli scavi archeologici

In comune di Fivizzano, nei pressi dell’antico ponte romanico sono emersi frammenti di ceramica e punte di freccia in selce

Gli scavi in corso a Pontevecchio

Gli scavi in corso a Pontevecchio

Massa, 31 luglio 2019 - Dal limo di Pontevecchio, in comune di Fivizzano, nei pressi dell’antico ponte romanico sono emersi frammenti di ceramica e punte di freccia in selce. Sono la testimonianza di un insediamento umano risalente al Paleolitico superiore. Qualcosa come 12.000 anni fa. Autore della scoperta, l’archeologo Angelo Ghiretti, direttore del Museo delle Statue Stele del Piagnaro, che insieme al suo team sarebbe riuscito a scoprire l’antico sito dov’erano posizionate le nove statue-stele ritrovate nel lontano 1905. «In archeologia nulla è certo – precisa Marta Colombo, l’archeologa della Sovrintendenza responsabile della Lunigiana – comunque i recentissimi scavi ci hanno permesso di scoprire materiale molto significativo di età protostorica.

E’ il periodo in cui le stele erano posizionate in vista e nelle cui prossimità si svolgevano culti e varie attività. E’ auspicabile una ulteriore valorizzazione dell’area, anche per dare un senso agli scavi finora intrapresi a Pontevecchio, un sito che si sta rivelando di un’importanza storico-archeologica straordinaria».

Fu nel febbraio 1905 che il contadino Stefano Antonelli, durante alcuni lavori di scasso in un castagneto, riportò alla luce, presso Bardine di Cecina, ben 9 statue stele ritte e allineate l’una contro l’altra a pochi passi dal torrente Bardinello, passate alla storia col nome di “Statue-stele di Pontevecchio”. Da allora, fino all’autunno 2018, nessuno scavo era stato più effettuato in quell’angolo della Lunigiana. Tutto è cambiato quando i tentativi di captazione delle acque del torrente hanno sollevato la protesta della popolazione della Valle del Bardine.

E proprio la protesta gettava le basi per una campagna di scavi condotta da Ghiretti che con i suoi collaboratori aveva riportato alla luce un accampamento di cacciatori nomadi (di dodicimila anni fa) nei luoghi dove una società doveva scavare i pozzi di captazione. La nuova campagna di scavi che ha avuto inizio i primi di luglio sotto la supervisione della Sovrintendenza ai Beni Culturali e Paesaggistici di Lucca e Massa-Carrara, ha portato alle nuove scoperte. «La campagna di scavi appena terminata – conclude Marta Colombo – è stata resa possibile dall’intervento di Alberto Putamorsi, presidente Parco Regionale delle Alpi Apuane, del direttore Antonio Bartelletti e dalla collaborazione del sindaco di Fivizzano, Gianluigi Giannetti, che continua l’iter intrapreso da Paolo Grassi».