Una delle tante manifestazioni per chiedere soluzioni all’infinita crisi della Sanac (foto Nizza d’archivio)

Si va verso la terza gara per Sanac e ci sarà con tutta probabilità la clausola dello spacchettamento dei 4 stabilimenti. Lo hanno ammesso senza riserve i commissari straordinari della società ascoltati martedì pomeriggio alla Commissione Industria e agricoltura del Senato nell’ambito dell’esame del disegno di legge che riguarda gli impianti di interesse strategico nazionale. E’ stato il commissario Corrado Carrubba a fare il quadro. "Come abbiamo comunicato al Ministero saremo costretti a ipotizzare scenari di cessione non più in un unico pacchetto degli stabilimenti. Andremo a una gara più aperta con scenari anche diversi". Per arrivare alla gara, però, serve tempo e soprattutto c’è bisogno di denaro. I commissari sperano nei pagamenti di Acciaierie e nei clienti terzi diversi dallo stabilimento di Taranto che comunque ci sono, seppur minoritari rispetto ai bilanci di Sanac. "Tutto porta ad avere un approccio cautelativo – ha detto ancora Carrubba ed è plausibile una ulteriore riduzione significativa della produzione nei 4 stabilimenti. Per noi Sanac resta strategica nella siderurgia nazionale, nella filiera primaria dell’acciaio e ci auguriamo che il Governo possa trovare una soluzione unitaria per la strategicità dell’azienda che guardi alla situazione nel suo complesso". Insomma, bisogna recuperare il rapporto con l’ex Ilva, come ha rimarcato il commissario Piero Gnudi. E su questo fronte le affermazioni dell’amministratrice delegata di Acciaierie, Lucia Morselli, hanno lasciato stupiti i commissari di Sanac: "L’azienda è in difficoltà ma sana e attenta alla qualità dei prodotti. Non è vero che Sanac non sia un fornitore affidabile. Tant’è vero che Acciaierie compra da soggetti terzi che a loro volta chiedono a noi supporto nelle forniture". Il commissario Rosario Fazio ha inoltre ricordato che fra i l 40% dei clienti Sanac ‘alternativi’ ad Acciaierie c’è anche Arcelor Mittal, che è il socio privato della stessa Acciaierie. E a ogni modo l’azienda non è rimasta ferma sul mercato aumentando del 20% circa il numero di clienti terzi aprendo ad esempio per la prima volta al mercato delle vetrerie. In merito al pagamento dei 20 milioni di crediti che ormai Sanac vanta da oltre un anno, il commissario Claudio Sforza ha detto che non c’è un piano di rientro di Acciaierie ma ci sono solo le scadenze dei 29 decreti ingiuntivi fatti da Sanac e che stanno giungendo a scadenza. Nei giorni scorsi sono arrivati in cassa 9 milioni, ne restano circa 12 da recuperare che potrebbero garantire la vita a Sanac fino alla fine dell’anno e non oltre.  Tutti dettagli che i commissari hanno dato rispondendo alle domande poste dai senatori, fra cui Salvo Pogliese di Fratelli d’Italia che sul tema si era confrontato e preparato a fondo con il deputato apuano Alessandro Amorese: "Abbiamo un anno di speranza per trovare una soluzione – dichiara Amorese – e dobbiamo mantenere alta l’attenzione. E’ già pronta una risoluzione a mia firma che deve arrivare nei prossimi giorni in commissione lavoro della Camera. A questo punto l’unica concreta risposta che si profila all’orizzonte è quella che vede Acciaierie d’Italia rilevare Sanac e reintrodurla così nella filiera italiana della siderurgia".  I sindacati nazionali Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil nel frattempo chiedono un nuovo incontro al Governo altrimenti "siamo già pronti a mettere in campo mobilitazioni e azioni incisive di rivendicazione. A nostro avviso la soluzione più semplice ed immediata è che il Governo debba farsi garante del futuro dell’azienda, riattivando immediatamente il rapporto commerciale tra Sanac e Acciaierie d’Italia".

Cronaca

Si va verso la terza gara per Sanac e ci sarà con tutta probabilità la clausola dello spacchettamento dei 4 stabilimenti. Lo hanno ammesso senza riserve i commissari straordinari della società ascoltati martedì pomeriggio alla Commissione Industria e agricoltura del Senato nell’ambito dell’esame del disegno di legge che riguarda gli impianti di interesse strategico nazionale. E’ stato il commissario Corrado Carrubba a fare il quadro. "Come abbiamo comunicato al Ministero saremo costretti a ipotizzare scenari di cessione non più in un unico pacchetto degli stabilimenti. Andremo a una gara più aperta con scenari anche diversi". Per arrivare alla gara, però, serve tempo e soprattutto c’è bisogno di denaro. I commissari sperano nei pagamenti di Acciaierie e nei clienti terzi diversi dallo stabilimento di Taranto che comunque ci sono, seppur minoritari rispetto ai bilanci di Sanac.
"Tutto porta ad avere un approccio cautelativo – ha detto ancora Carrubba ed è plausibile una ulteriore riduzione significativa della produzione nei 4 stabilimenti. Per noi Sanac resta strategica nella siderurgia nazionale, nella filiera primaria dell’acciaio e ci auguriamo che il Governo possa trovare una soluzione unitaria per la strategicità dell’azienda che guardi alla situazione nel suo complesso". Insomma, bisogna recuperare il rapporto con l’ex Ilva, come ha rimarcato il commissario Piero Gnudi. E su questo fronte le affermazioni dell’amministratrice delegata di Acciaierie, Lucia Morselli, hanno lasciato stupiti i commissari di Sanac: "L’azienda è in difficoltà ma sana e attenta alla qualità dei prodotti. Non è vero che Sanac non sia un fornitore affidabile. Tant’è vero che Acciaierie compra da soggetti terzi che a loro volta chiedono a noi supporto nelle forniture".
Il commissario Rosario Fazio ha inoltre ricordato che fra i l 40% dei clienti Sanac ‘alternativi’ ad Acciaierie c’è anche Arcelor Mittal, che è il socio privato della stessa Acciaierie. E a ogni modo l’azienda non è rimasta ferma sul mercato aumentando del 20% circa il numero di clienti terzi aprendo ad esempio per la prima volta al mercato delle vetrerie. In merito al pagamento dei 20 milioni di crediti che ormai Sanac vanta da oltre un anno, il commissario Claudio Sforza ha detto che non c’è un piano di rientro di Acciaierie ma ci sono solo le scadenze dei 29 decreti ingiuntivi fatti da Sanac e che stanno giungendo a scadenza. Nei giorni scorsi sono arrivati in cassa 9 milioni, ne restano circa 12 da recuperare che potrebbero garantire la vita a Sanac fino alla fine dell’anno e non oltre. 
Tutti dettagli che i commissari hanno dato rispondendo alle domande poste dai senatori, fra cui Salvo Pogliese di Fratelli d’Italia che sul tema si era confrontato e preparato a fondo con il deputato apuano Alessandro Amorese: "Abbiamo un anno di speranza per trovare una soluzione – dichiara Amorese – e dobbiamo mantenere alta l’attenzione. E’ già pronta una risoluzione a mia firma che deve arrivare nei prossimi giorni in commissione lavoro della Camera. A questo punto l’unica concreta risposta che si profila all’orizzonte è quella che vede Acciaierie d’Italia rilevare Sanac e reintrodurla così nella filiera italiana della siderurgia".
 I sindacati nazionali Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil nel frattempo chiedono un nuovo incontro al Governo altrimenti "siamo già pronti a mettere in campo mobilitazioni e azioni incisive di rivendicazione. A nostro avviso la soluzione più semplice ed immediata è che il Governo debba farsi garante del futuro dell’azienda, riattivando immediatamente il rapporto commerciale tra Sanac e Acciaierie d’Italia".

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Il Ministero prova a giocare una carta alternativa alla vendita in blocco dei quattro stabilimenti. I commissari sperano d’avere il tempo necessario per l’operazione e il rientro di crediti dai clienti

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