All’ospedale con la salmonella, ma le posate di plastica deve comprarsele

L’odissea di chi ha una malattia infettiva e non riceve utensili monouso

La donna racconta l’odissea della madre ricoverata con la salmonella in ospedale (foto d’archivio)

La donna racconta l’odissea della madre ricoverata con la salmonella in ospedale (foto d’archivio)

Massa Carrara, 16 gennaio 2018 - Ricoverata in medicina con la salmonella deve comprare piatti di plastica e posate. La donna entrata in ospedale con una forte dissenteria e febbre alta ha avuto in pochi giorni la diagnosi della salmonella.

Un batterio che si diffonde con trasmissione da cibi contaminati e che la donna pensa di aver preso da un salume adesso sotto analisi per verificarne lo stato. Pertanto la donna, dopo la diagnosi, fatta in pochi giorni, è stata sottoposta a tutte le precauzioni e alle misure di sicurezza proprie delle malattie infettive.

Intanto la figlia dell’anziana, pur precisando che nel reparto la volontà, la professionalità e la disponibilità del personale sanitario sono assolute e ineccepibili, evidenzia una serie di disagi e carenze dovuti all’organico sotto dimensionato nonché ai mezzi «risicati con cui l’ospedale del Noa opera e in questo caso particolare il reparto di medicina donne». 

Pertanto sottolinea una serie di inadempienze del reparto che si ripercuotono sul paziente e sulle famiglie. «Mia madre – spiega – per la patologia da cui è affetta è entrata in ospedale in preda a una fortissima dissenteria. Tuttavia, nonostante il problema, viene cambiata soltanto tre volte al giorno per carenza di personale, con grave rischio di ulteriori infezioni».

Disagi anche all’ora di pranzo dove, proprio per la particolare malattia infettiva, la donna dovrebbe assumere il cibo in utensili usa e getta. "Ho dovuto comprare io – spiega la figlia – piatti e scodelle, tazze e posate perché il servizio dell’ospedale non li ha forniti. Preciso di aver fatto presente il disagio al personale e anche al primario".

"Nel reparto – spiegano dall’ospedale – c’è una malata di salmonellosi con isolamento da contatto, non è infettiva, ma soltanto per precauzione di chi viene a contatto con lei si prendono le misure contro il contagio. Può darsi che siano mancate temporaneamente le posate e sarà un problema di facile soluzione". Come sempre siamo di fronte a una coperta troppo corta che rende difficile il lavoro del personale sanitario, sempre più spesso sottoposto a immani sforzi per far funzionare la sanità.