DANIELE MASSEGLIA
Cronaca

Rischio crolli, scatta l’ordinanza . Chiuso il tratto dell’ex Turimar

La decisione del sindaco dopo i danni delle mareggiate. I titolari del Marchini: "Siamo un malato terminale". La manta avvistata anche ieri alle 9, ma secondo la Capitaneria di porto è innocua e torna la bandiera gialla.

La decisione del sindaco dopo i danni delle mareggiate. I titolari del Marchini: "Siamo un malato terminale". La manta avvistata anche ieri alle 9, ma secondo la Capitaneria di porto è innocua e torna la bandiera gialla.

La decisione del sindaco dopo i danni delle mareggiate. I titolari del Marchini: "Siamo un malato terminale". La manta avvistata anche ieri alle 9, ma secondo la Capitaneria di porto è innocua e torna la bandiera gialla.

Non c’è pace per il tratto di arenile a nord dell’ex Turimar. L’erosione, figlia delle mareggiate, continua a martoriare quel lembo di litorale. Portando infatti il sindaco Francesco Persiani a firmare ieri mattina un’ordinanza con cui ha interdetto l’accesso all’intero tratto di fronte all’ex Turimar, per una lunghezza di 45 metri, a causa del crollo di alcuni manufatti dopo le ultime mareggiate. Basta dare un’occhiata per intuirne le ragioni: la piattaforma in cemento degli ex servizi igienici, al confine con il bagno ‘Marchini’, si sta letteralmente sgretolando. Poche decine di metri a nord, invece, la mascotte dell’estate, c’è ancora. O meglio, fino a ieri mattina la manta c’era sicuramente. Il bagnino del ‘Marchini’ l’ha avvistata alle 7,15, idem quello della spiaggia della ‘Don Gnocchi’ alle 9. Poi dell’affascinante creatura si sono perse le tracce. Sarà ancora immersa nella maxi piscina compresa tra ‘Marchini’ e ‘Casa Faci’, oppure ha ripreso il largo dopo aver dato spettacolo facendo parlare di sé per alcuni giorni?

Di certo c’è che da ieri è tornata a sventolare la bandiera gialla. L’indicazione è arrivata dalla Capitaneria di porto dopo i recenti monitoraggi che hanno sancito l’assenza di pericoli e la natura innocua della manta, che gode di buona salute. Da qui la decisione di far togliere la bandiera rossa, issata per precauzione. "Ho visto la manta verso le 9 – racconta Tommaso, uno dei tre bagnini della ‘Don Gnocchi’ – a circa cinque-sei metri dalla battigia. Gli esperti l’hanno monitorata, seguendola fino al centro sub Alto Tirreno. Lì vicino c’è un’apertura all’altezza del Lavello, da dove probabilmente è entrata e da dove si presume che se ne andrà. Dicono che sta bene, è innocua e non crea problemi, ma le persone che entrano in acqua potrebbero disturbarla. Del resto è il suo habitat: per questo bisogna stare sempre attenti. Lei comunque sembra si sia affezionata a noi". Sui motivi per cui la manta, che ha un’apertura alare di due metri, sia capitata da queste parti ci sono varie ipotesi. Ad esempio il batterio che è causa dello spiaggiamento delle mante e di altri pesci, o l’innalzamento della temperatura e le modifiche all’acidità dell’acqua che le hanno fatto perdere l’orientamento. O ancora, la tesi di una collaborazione tra specie diverse: la manta, piena di muschi, sarebbe venuta alla ricerca di pesci-spazzini che la stanno ripulendo. Ipotesi e favole a parte, i bagnanti sono divisi. "Ho paura – dice una turista reggiana – perché girano storie diverse e c’è chi dice che potrebbe essere velenosa". Pochi ombelloni più in là invece c’è una famiglia di Massa contenta di vivere questo fuori onda: "Non l’avevamo mai vista, se non nei documentari. È bellissima e ce la ricorderemo a lungo".

Purtroppo anche il "Marchini" ricorderà a lungo questa estate. Di certo non per la manta, quanto per l’incubo erosione in continuo peggioramento. Da giovedì lo stabilimento è senza patino (quello nuovo arriva lunedì) perché quello in dotazione è caduto dallo scalino formato dalla sabbia da riporto, mangiata dal mare, rompendosi dopo essere finito sui sassi. E anche il pedalò è stato tolto perché manca spazio. "In quel punto – si sfogano i titolari del "Marchini" – a causa delle correnti che arrivano, in diagonale, da levante si creano correnti fortissime e vortici che mangiano la spiaggia e distruggono il nostro stabilimento, che è ormai un malato terminale. La sabbia da riporto è solo una morfina, dal 2023 la situazione è peggiorata. L’unica vera cura è spendere bene i soldi per risolvere problemi strutturali noti a tutti. Qui si incrociano ponente e levante, basta poco per sgretolare tutto: è un’erosione ormai quotidiana. I clienti più affezioni vengono sempre, ma non c’è spazio per tutti".

Daniele Masseglia