Riaprono i vecchi sentieri L’impegno dei volontari

Dopo il crollo del ponte le comunità si sono mobilitate per riavvicinarsi. E tra Albiano, Stadano e Caprigliola si recupera la viabilità di una volta

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di Monica Leoncinio

Il ponte manca, ma le comunità di Albiano, Caprigliola e Stadano sono sempre unite. Mentre sono in corso i lavori al nuovo ponte, i volontari di diverse associazioni del territorio si stanno impegnando per recuperare utili e antichi sentieri. Risale a qualche giorno fa l’ultimo sopralluogo del commissario Soccodato, ad Albiano per monitorare l’avanzamento dei lavori di ricostruzione. Intanto è arrivato il nuovo e grande macchinario in grado di mettere i pali nell’alveo del fiume. Ma c’è di più ed è la riscoperta del territorio, del suo paesaggio, dei percorsi che racchiudono la storia naturale ma anche le vicende e la cultura delle genti che le hanno popolate. Da qui il rinnovato interesse per le vie storiche, che in questo momento di pandemia vede nei luoghi una sinergia tra le vicine frazioni che hanno subito una lontananza viaria, ma non geografica, col crollo del ponte. Se a Caprigliola si stanno ripulendo antichi sentieri, aldilà del fiume Magra i cittadini di Albiano e Stadano hanno recuperato il sentiero del Liccedi.

"Sulle cartine storiche del 1500 - dicono i volontari della Proloco di Albiano - la troviamo censita come ‘via da Albiano a Stadano’ che poi proseguiva come ‘via da Stadano a Pontremoli’. I sentieri recuperati si collegano tra loro e non sono altro che transiti preistorici e millenari: le viabilità del fondovalle sul fiume Magra, la via Francigena, le vie dell’alto Appennino Tosco-Ligure-Emiliano, del Pontremolese, la Val di Vara, l’Alta via dei Monti Liguri. La storia vede da sempre legate le comunità di Albiano e Stadano: Stadano era una comunità antica e ben organizzata che sorgeva sopra l’abitato odierno, dove ancora si ergono i ruderi del castello. Per fare un passo indietro nella storia i volontari hanno recuperato gli studi dello storico Giulivo Ricci, in particolare il suo libro ‘I Bonaparte oriundi stadanesi’. "Nel 1266 - si legge tra le pagine -, anno in cui sorge l’antico borgo di Albiano, vengono definiti in un atto, i confini tra Albiano, Stadano e Caprigliola, terre dei Vescovi di Luni. Nel 1306, con la pace di Dante, le tre località caddero in mano ai Malaspina, da anni in guerra con i Vescovi e i Conti di Luni. Le tre comunità occupavano un territorio allo sbocco delle valli interne della Magra, un punto importante strategicamente. Stadano, in verità, pochi anni dopo la dedizione a Firenze, subì una grave decadenza e non certo per i prodi stadanesi. Venne inspiegabilmente distrutta per ordine dei Marchesi Galeazzi, Azzone e Giovanni Malapina di Podenzana. L’abitato si ampliò dove oggi sorge e in seguito fu annesso al Comune di Albiano, per poi convergere insieme nel 1881 nel Comune di Aulla".