
Presidio davanti al Noa per superare il modello delle tre grandi aziende Asl "I risparmi promessi non ci sono stati: la riforma è stata un’involuzione".
"Questa organizzazione ha tagliato fuori le zone periferiche da ogni parametro accettabile di assistenza. Avevano promesso risparmi e migliori servizi, invece abbiamo visto aumentare le poltrone e diminuire gli standard. È stata un’involuzione, non una riforma". Le parole dell’attivista Marco Lenzoni hanno accompagnato il sit-in che si è svolto davanti al Noa di Massa, dove cittadini, operatori sanitari e rappresentanti sindacali si sono ritrovati per sostenere il referendum consultivo contro la riforma della sanità toscana varata nel 2015. L’iniziativa, promossa dall’Unione sindacale di base, dal comitato Salute Pubblica e dalla Consulta popolare per la sanità, si inserisce all’interno della campagna di raccolta firme per la consultazione popolare. Il referendum propone di superare il modello attuale, basato su tre grandi aziende sanitarie regionali (Nord-Ovest, Centro e Sud-Est), per tornare a una gestione su base provinciale, con strutture sanitarie più distribuite e, secondo i promotori, più rispondenti ai bisogni del territorio. Alla manifestazione era presente anche Giuseppe Ricci, promotore e portavoce del comitato referendario regionale, che ha ribadito l’obiettivo dell’iniziativa: dare la possibilità ai cittadini di esprimersi su una riforma che, a suo dire, ha aumentato le distanze tra sanità e comunità locali. I sostenitori del referendum denunciano un progressivo svuotamento degli ospedali territoriali, l’aumento delle liste d’attesa, una crescente difficoltà nell’accesso alle cure, in particolare per le aree più periferiche, e una carenza strutturale di personale sanitario. A dieci anni dalla riforma, sostengono, l’accentramento ha prodotto più burocrazia e meno efficienza. Nel corso della mattinata, è stata inoltre criticata la scelta dell’area individuata per la costruzione del nuovo ospedale di comunità vicino alla ferrovia, ritenuta dai manifestanti inadatta sotto il profilo ambientale e della sicurezza. È stato sollevato anche il tema del futuro dell’ex ospedale di Massa: i promotori della mobilitazione chiedono che non venga destinato a operazioni immobiliari, ma rimanga uno spazio pubblico a beneficio della collettività. Il referendum, senza quorum minimo, porrà ai cittadini toscani un quesito diretto: se siano favorevoli a rivedere l’attuale assetto delle Asl per favorire una maggiore diffusione territoriale, su base provinciale, dei servizi sanitari? Si vedrà...