Rallenta il marmo ma il distretto resta leader

L’emergenza sanitaria ha causato una flessione dei fatturati delle aziende. A fine 2019 l’escavazione ha raggiunto 3.3 milioni di tonnellate.

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di Claudio Laudanna

Il marmo rallenta, ma il nostro si conferma comunque il primo distretto italiano. Sull’intero settore resta comuque sempre sospesa la spada di Damocle delle ricadute dell’emergenza Covid soprattutto per quanto rigurada l’export. Sono queste alcune delle indicazioni per quanto riguarda il lapideo che emergono dal Rapporto economia presentato ieri dall’Istituto studi e ricerche della Camera di commercio. "Il consuntivo annuale 2019 si chiude negativamente per gli andamenti del mercato lapideo nazionale – spiegano i ricercatori concentrandosi anzitutto sulla situazione italiana –. Le vendite complessive delle aziende hanno raggiunto un valore di circa 1,8 miliardi di euro, con una contrazione nell’ordine di -4,7 punti percentuale rispetto all’anno 2018. Anche le quantità, con circa 3,3 milioni di tonnellate esportate ottengono un risultato con il segno meno, -3,9%. Nel complesso il settore perde 91 milioni di euro nell’ultimo anno che diventano 149 se allarghiamo l’orizzonte all’ultimo biennio. Marmo in blocchi e lastre è l’unica voce ad aver ottenuto nei valori delle vendite un consuntivo positivo, incrementando di quasi 5 milioni di euro Il marmo lavorato, la componente che incide maggiormente sul valore dell’export italiano di settore, con un peso del 46% circa, si rileva un calo a doppia cifra sia nel valore (-10,4%), sia nelle quantità (-11,3%)".

In questo quadro generale il distretto apuo versiliese, da un lato si afferma sempre più come quello di riferimento a livello nazionale, dall’altro fa registrare anch’esso numeri negativi. "Il consuntivo 2019 su 2018, mostra un forte rallentamento del settore lapideo anche a livello locale, con valori in calo complessivamente del -6,4%. il materiale grezzo perde l’1,1% e quello lavorato il -9% – si legge nel rapporto dell’isr –. A fine 2019 l’escavato dalle cave carraresi è stato 3.357.479 tonnellate (+3%), in crescita rispetto al quadriennio precedente, di cui: blocchi 823 mila (-6,9%), il valore più basso dell’ultimo decennio, scaglie bianche 1,3 milioni (-4,5%), scaglie scure 756 mila (+15,7%), terre 526 mila (+25%), pietrisco e scogliere 25 mila (+177%). A Massa sono state escavate invece 71mila tonnellate di blocchi (-9%), detriti e scaglie 177.891 (+22,8%)".

Numeri che, comunnque assumono un altro significato se si allarga il quadro di riferimento. "Nel decennio 2009-19 abbiamo assistito ad una ascesa dell’incidenza del distretto locale nel panorama nazionale, passando complessivamente dal 30% al 35% – si legge nella relazione –. E’ aumentato sia il peso del materiale grezzo, di circa 7 punti percentuale, sia del materiale lavorato, di circa 6 punti. Nello specifico osserviamo che le vendite di marmo grezzo dal distretto Apuano, dal 2009 al 2019, sono incrementate dell’89,8% in valore assoluto si parla di 115 milioni di euro. In decisa crescita anche i valori delle vendite di materiale lavorato, +36,6%, in valore assoluto più 118 milioni di euro. Da mettere in evidenza che il distretto Apuano nel 2009 aveva un peso sul totale nazionale superiore di solo 1,8 punti percentuali rispetto a quello di Verona, a fine 2019 tale forbice si è allargata a più di 10 punti". Sullo sfondo restano tuttavia le incognite legate alla pandemia, soprattutto a causa dei problemi nei mercati di destinazione. Le stime dell’isr parlano per il 2020 di una contrazione per il lapideo del 23 per cento dell’occupazione e del 33 per cento del fatturato.