"Non amo partecipare alle commemorazioni – dice Mario Rizieri Marcuccetti – ma ho letto su La Nazione che ci sarebbe stato un momento di ricordo alla Conca sul bombardamento dell’8 febbraio 1945. E sono venuto per ricordare quel bambino di 3 anni e mezzo che quel giorno,con i nonni, passava da quelle parti. Un boato, l’intensa nuvola di fumo e polvere, le fiamme di un incendio. Passammo oltre, diretti a Lavacchio". Mario non dimentica nemmeno il tempo trascorso nei rifugi antiaerei, alla Martana e in piazza Aranci: "Tremava tutto, come un forte terremoto, e tremavo anch’io allo scoppio delle bombe, al rumore degli aerei che solcavano il cielo". Cosa significa per un bambino di 3 anni e mezzo aver vissuto tutto questo? "Significa, oggi, aver paura anche di un tuono. Sono passati 78 anni e ancora quando sento un’esplosione, il rombo di un aereo, i colpi dei fuochi d’artificio sto male. In guerra nessuno ha ragione. Alle guerre bisogna mettere fine". Non è retorica, è la voce di quel bambino rimasto vivo tra una bomba e l’altra. Come tanti bambini, oggi. "Sono cresciuto nella sofferenza di mio padre, partigiano, ferito gravemente durante un bombardamento. Abbiamo patito terrore e fame. Penso alle madri ucraine e alle madri russe che perdono i loro figli, terribile". Davanti alla Coperta della Pace hanno partecipato l’onorevole Elena Emma Cordoni, presidente dell’Anpi, Nino Ianni e Piero Cantarelli, insieme a Mario Rizieri Marcuccetti. Di quel bombardamento rimane quel vuoto dove ancora si possono vedere, tra i rovi e i cespugli, brandelli di muro e marmi spaccati. L’Anpi di Massa propone di installarvi una targa che racconti l’8 febbraio 1945, ultimo bombardamento alleato sulla città. L’iniziativa è stata promossa da residenti e commercianti della Conca. Angela Maria Fruzzetti