Qualità della vita, la provincia risale Bel luogo, ma non per le vacanze

La classifica annuale del Sole 24 ore registra una rimonta del territorio che si attesta al 60esimo posto. Penalizzati dalle strutture ricettive, indice di criminalità, pochi figli e servizi ancora troppo scarsi

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Un posto niente male per vivere ma non per farci le vacanze. Almeno è questa la lettura che emerge a prima vista dalla classifica de Il Sole 24 Ore dedicata alla ‘Qualità della vita’ nelle province italiane. Il territorio apuano risale di alcune posizioni piazzandosi all’incirca a metà, al 60° posto, che non è neppure così male seppur lontano dal record del 1991 che ci vedeva undicesimi nella graduatoria nazionale. Ma dalle varie voci che compongono la classifica emerge anche un ultimo gradino per la qualità ricettiva delle strutture alberghiere, valore calcolato sul numero medio di stelle (elaborazione Tagliacarne su dati Istat 2021): 106° posto. La classifica comunque si basa poi su 6 macro-settore aggregati e su più di uno qualche dubbio viene, come il primo posto in classifica per aver avuto zero denunce di riciclaggio e impiego di denaro nel 2021. Partiamo dal settore ricchezza e consumi, 50° posto complessivo. Fra le migliori performance di rilievo si nota l’assorbimento del settore residenziale dove il rapporto fra metri quadri venduti e quelli offerti dal mercato ci colloca in 13esima posizione, 66° posto per il valore aggiunto per abitante dove siamo leggermente sotto la media nazionale con 24mila euro. Molto male per la percentuale di inflazione su energia, gas e prodotti combustibili, 100° posto. Bene infine le pensioni: il reddito medio è di 20.590 euro, superiore alla media. Risultati altalenanti nel settore ‘affari e lavoro’ per un 79° posto finale: pesano la graduatoria per la qualità delle strutture ricettive, come detto, e la percentuale di imprese che fanno e-commerce (il dato nella classifica è 0% piazzandoci al 102° posto) così come l’imprenditorialità giovanile che si ferma al 7%, 104° posto. Ottimo il peso dell’export sul Pil, 54,8% per un diciassettesimo posto. Entriamo nel reparto giustizia e sicurezza. L’indice di criminalità resta piuttosto alto, 3.519 denunce ogni 100mila abitanti, più alto della media nazionale e anche le denunce per furto in abitazione ogni 100mila abitanti è di 215,5 mentre la media è di 196,1. All’interno dell’aggregato demografia e società emerge un dato ormai purtroppo molto conosciuto: si fanno pochi figli. Il quoziente di natalità registra 5,2 nati ogni mille abitanti, 1,3 punti in meno della media nazionale, per una posizione quasi a fondo classifica. E infatti l’indice di dipendenza strutturale, ossia il rapporto fra attivi (età 15-64 anni) e non attivi (da 0 a 14 anni e over 65) è più alto della media, relegandoci al 93° posto. Ambiente e servizi: molto male in quelli per anziani per i quali mancano orti urbani, biblioteche, farmaci, infermieri e altro ancora: 106° posto. Ma c’è poco anche per i giovani: la valutazione su 12 parametri tra cui concerti, aree sportive, nozze, età al primo figlio ci fa finire in posizione 101. Molto meglio cultura e tempo libero, nonostante un ultimo piazzamento per banda larga. Ci salviamo con il 18° posto per palestre, piscine, centri per il benessere e stabilimenti termali ogni 18mila abitanti (18° posto), poi ben un 9° posto per il numero di ristoranti, primo per le librerie ogni 100mila abitanti e un ottavo per il numero di bar.