Prima c’era la siccità, adesso i danni della bufera

Sono passati da contare le coltivazioni distrutte dalla siccità, ancora segnate dalla tempesta di fine giugno, a piangere i danni a campi e strutture spazzati dalla violenza della bufera e della pioggia. E’ pesante il conto per gli agricoltori della provincia di Massa Carrara il giorno dopo l’ennesima calamità. Decine le segnalazioni, dalla costa di Marina di Massa e Marina di Carrara fino ad Antona e alla Lunigiana, raccolte da Coldiretti Massa Carrara che ringrazia la Regione Toscana per aver dichiarato lo stato di emergenza, condizione indispensabile per eventuali risarcimenti. Le forti raffiche di vento unite alla fortissima pioggia hanno provocato danni a tutte le principali coltivazioni: dai vigneti del Candia, con interi filari di grappoli “strappati” dalle viti già pronti per la vendemmia, all’olivicoltura e alla frutticoltura. Interminabile la lista di orti devastati dal forte vento. Disperse decine di famiglie di api sulle montagne di Massa mentre non si contano i rami degli alberi da frutto spezzati. Il maltempo non ha risparmiato nemmeno serre, scoperchiandone molte, come i tetti dei ricoveri attrezzi e gli agriturismi. E rischiano di ampliarsi di molto le proporzioni di una crisi già innescata dalla siccità che ha danneggiato il 30 per cento della produzione agricola regionale tra mancati raccolti, minori rese e prodotti non commercializzabili.

"Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma – sottolinea Coldiretti Massa Carrara – con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne". E l’associazione ricorda che "sono poco meno di 86mila le famiglie a rischio, che vivono in aree a pericolosità idraulica nella provincia di Massa Carrara che gli eventi estremi pongono in una condizione di pericolo".