“Prigioniera” delle scale: disabile libera dopo 4 anni

Storia di malaburocrazia a Podenzana per Felicina Bribiglia in una casa Erp. Aveva chiesto l’ascensore a gennaio 2019: è stato installato solo ora

Migration

di Michela Carlotti

Può nuovamente uscire di casa, grazie all’ascensore che dopo quasi quattro anni di attesa è stato installato nella palazzina di Podenzana in cui vive dal 1986, al secondo piano. "Noi disabili abbiamo tanti disagi, troppi. Forse dovremo morire per non pesare sulla società? Ma io ho sempre pagato le tasse e tutto il resto: sono in regola con Dio, lo Stato e con tutti". Lei è Felicina Bribiglia e chiede tutele legittime, quelle che una società civile dovrebbe garantire alle persone, tanto più se si trovano in condizioni di fragilità. Ha sessant’anni e vive in un alloggio di edilizia residenziale pubblica, dov’è rimasta a guardare il mondo dalla finestra per anni, senza alcuna possibilità di muoversi in autonomia. All’età di cinquantasette anni, Felicina è rimasta invalida a seguito del primo di quattro complicati interventi, che ha deciso di affrontare nel dicembre 2018, alla sua schiena rovinata da ernie, schiacciamenti delle vertebre e discopatie. L’intervento non va come deve: "Sono entrata in ospedale in stampelle e sono uscita in sedia a rotelle" spiega la donna. Da quel momento, inizia la sua odissea tra ospedali e ambulatori specialistici: Felicina arriva ad indebitarsi per pagare le visite e le cure. A gennaio 2019, poco dopo l’intervento, Felicina fa richiesta di ascensore all’ente gestore della palazzina, facendosi portavoce di tutti i condomini che per la maggior parte sono anziani e hanno problemi di deambulazione. Erp autorizza l’intervento. Poi però passano gli anni, in attesa che il gestore sciolga le questioni tecniche che impediscono l’avvio dei lavori: e Felicina resta imprigionata. A parte quelle volte in cui i sanitari del 118 la caricano sul seggiolino elettrico e la portano a fare le visite, la donna può uscire dal suo alloggio solo in braccio al figlio o al fratello, quando non lavorano. Per il resto, dipende dall’aiuto che l’anziana sorella può darle una volta alla settimana, e si accontenta di un’ora e mezzo di assistenza che Asl le ha assegnato in due diverse giornate per tre ore settimanali complessive. Ma ora Felicina gioisce, almeno un problema è risolto: "Ringrazio il sindaco Pinelli e la consigliera comunale Federica Fumanti, peravermi aiutata. Ringrazio anche il geometra di ERP Guido Costa per avermi dedicato la necessaria attenzione". Chiediamo alla donna se ora è autonoma: "No – perché ci sono i due scalini, uno che dall’uscita dell’ascensore porta al pianerottolo e l’altro che porta fuori: quindi no, non posso muovermi in autonomia. Ma non devo più osservare il mondo dalla finestra ma posso guardare la gente negli occhi.E prima o poi saranno abbattute anche le ultime barriere".