Poveromo, niente idrovora Fumata nera dal Comune

Palazzo civico: "Sovradimensionata e inadatta a risolvere le criticità idrauliche". Invito a ripristinare il reticolo minore e recuperare l’area ’Buca degli Sforza’

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Per l’idrovora sul fosso Poveromo arriva ancora il Comune di Massa a mettere i bastoni fra le ruote al progetto elaborato dal Consorzio di Bonifica Toscana Nord. In particolare al 2 maggio i contributi degli enti alla Valutazione di impatto ambientale si sono arricchiti di ulteriori osservazioni e gli uffici tecnici di palazzo civico bocciano anche la nuova versione dell’opera, se pur collocata più a monte, all’interno rispetto al controviale di lungomare. Un contributo firmato dal dirigente Stefano Francesconi ma elaborato con la consulenza del gruppo di progettazione incaricato dal Comune di redigere il Piano attuativo dell’arenile e dei viali a mare. Cercando di trovare una sintesi, in pratica, non rispetterebbe il Regolamento urbanistico, il Piano di indirizzo territoriale (Pit) della Regione e risulterebbe inoltre un’opera inutile e controproducente rispetto a quelle che sono le reali esigenze della messa in sicurezza del territorio. Ma entriamo anche nel dettaglio delle contestazioni firmate dagli uffici di palazzo civico.

Per quanto riguarda il Ru il progetto del Consorzio "introduce un elemento difforme alle discipline di tutela e conservazione degli ambienti focivi ma contraddice profondamente gli obiettivi specifici che orientano il progetto del Paav in via di formazione". Sul Pit, poi, ne contraddice le discipline perché "prevede l’utilizzo quasi esclusivo di getti in cemento armato per la sagomatura delle opere dell’impianto idrovoro, delle vasche e dei canali complementari". Sotto il profilo idraulico, poi, per il Comune il fosso Poveromo rappresenta "un piccolo fosso di bonifica che drena le acque di falda di un limitato territorio di pianura e che, a differenza dei corsi d’acqua ad esso limitrofi (vedi Torrente Canalmagro e fosso del Sale), storicamente non ha mai creato seri problemi eccetto per limitati allagamenti dovuti al ristagno e alle tombature esistenti nel tratto a monte di via delle Macchie (che identifica il limite nord del progetto)". Il rischio idraulico che non consentirebbe il deflusso per portate con tempi di ritorno di 200 anni riguarderebbe poi "solo per un tratto di monte dell’asta idrica che però non risulta ricompresa nell’area di progetto" mentre la zona interessata dall’intervento del Consorzio risulterebbe già in sicurezza idraulica e prosegue: "Le criticità idrauliche dell’abitato di Ronchi Poveromo limitrofo al corso d’acqua derivano dai tratti tombati posti a monte della zona di intervento che limitano il naturale deflusso delle acque". Insomma, l’idrovora sarebbe quindi "non solo sovradimensionata ma anche e soprattutto inadatta a risolvere le reali criticità idrauliche del territorio".

Infine il Comune invita piuttosto a riflettere sulla necessità di "procedere al ripristino della rete idraulica minore a monte del corso d’acqua oltre che progettare il recupero idraulico dell’area denominata "Buca degli Sforza" (attività oggi pianificabile grazie ai finanziamenti disponibili per la bonifica ambientale dell’area) attraverso il ripristino della funzionalità di quella che un tempo era una straordinaria area umida avente importante valore per la mitigazione del rischio idraulico ed ambientale". Alcune contestazioni, seppur di minore entità, sono arrivate anche dall’Autorità di Bacino mentre Gaia ha chiesto dettagli sulle interferenze con le reti gestite.

Francesco Scolaro