Porte aperte ai pellegrini nell’ex convento

I volontari continuano a gestire l’Ospitale San Lorenzo dopo l’addio dei frati. Lo scorso anno sono stati accolti 1.752 viandanti diretti a Roma

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di Natalino Benacci

Percorsi tra cielo e terra per scoprire in Lunigiana la Via Francigena, oppure quelle degli Abati e del Volto Santo. Dalla vecchia foresteria dei frati cappuccini all’Ospitale San Lorenzo Martire, il risultato non cambia: il vecchio convento è sempre un punto di riferimento importante nell’ospitalità dei pellegrini. Nel 2021 sono stati 1.752, un dato significativo che segnala anche l’impegno dei volontari del gruppo missionario “Padre Daniele“ e del parroco don Pietro Pratolongo, che hanno investito risorse umane e materiali notevoli per non vedere cancellata un’esperienza importante dopo l’addio dei cappuccini con il trasferimento del convento alla Curia della Diocesi Massa-Pontremoli.

Una quarantina di posti letto a disposizione per il pellegrinaggio slow, di stile francescano, sono stati ripristinati grazie all’impegno di Gruppo missionario, supportato da Pro Loco, Alpini e Carabinieri in congedo, che quotidianamente ( a turno) accolgono i viandanti dalle 14.30 alle 20. Un lavoro ricco di generosità e altruismo per sottolineare che "il convento c’è" anche se i frati hanno dovuto lasciarlo, nonostante fosse attivo dal 1641, per una scelta inevitabile dei frati della provincia dell’Emilia Romagna che, oltre quello di Pontremoli, hanno deciso di chiudere nel 2016 i conventi di Piacenza, Pavullo e Puianello (Mo) e Ravenna. I viandanti arrivano in genere dal Passo della Cisa e si fermano una sola notte. Una tappa del lungo viaggio che comunemente punta a raggiungere Roma.

"La condivisione sociale sulla continuità di questo progetto è esaltante e rianima i cuori della comunità – commenta Gabriella Sordi, la coordinatrice del Gruppo missionario –, tanto che abbiamo fatto realizzare anche delle magliette col tracciato della Francigena Berceto-Pontremoli col simbolo del labirinto. Un’icona medievale salvifica che si trova nella chiesa di San Pietro, diventata uno dei simboli della Francigena. Una delle bussole medievali del pellegrino che voleva salvarsi l’anima".

L’Ospitale San Lorenzo Martire si conferma punto di accesso funzionale per i viandanti sul tracciato che nel Medioevo univa Canterbury a Roma: ogni giorno in media transitano una decina di persone. Ma ci sono momenti, in estate, in cui l’affluenza tocca punte da tutto esaurito.

La signora Gabriella ricorda un momento emozionante, lo scorso settembre, con l’arrivo di Matteo Gamerro, 43 anni, ingegnere che progetta aerei, colpito purtroppo dalla sclerosi multipla. Una patologia che però non ha intaccato la sua voglia di vivere. Matteo viaggiava sulla ’joelette’, carrozzella fuori strada che gli ha permesso di superare le antiche strade con l’aiuto di un accompagnatore. Assieme a lui i genitori, il giornalista di “Linea Verde“ Sandro Vannucci e alcuni amici che hanno voluto condividere con Matteo l’andamento lento del pellegrinaggio dalla Val di Susa al Gargano seguendo la “Linea sacra micaelica“. Il 2 gennaio già due pellegrini italiani hanno soggiornato all’ex convento alla vigilia della partenza per Lucca seguendo la Via del Volto Santo e il 7 gennaio è arrivato un giovane belga diretto a Roma. Nonostante il freddo invernale le vie del pellegrinaggio diventano un racconto di spiritualità.

"Non solo giovani, molti sono over 60 e negli anni prima della pandemia anche più anziani", aggiunge la coordinatrice del Gruppo missionario che ringrazia, non solo i colleghi del suo sodalizio, ma anche altri volontari che sostengono l’attività impegnativa dell’ospitale.