"Un ponte su sei ha problemi strutturali"

L’indagine dell’Università di Pisa su 250 viadotti della provincia. Molti attraversamenti sono a rischio crollo e necessitano di lavori urgenti

ll ponte di via Trieste a Massa è da tempo oggetto di continue verifiche

ll ponte di via Trieste a Massa è da tempo oggetto di continue verifiche

Massa Carrara -  Un ponte su sei ha problemi strutturali che richiedono interventi di messa in sicurezza e ce ne sono molti che sono a rischio crollo e hanno bisogno di opere urgenti e costose. E’ il quadro che emerge dalle indagini di verifica sui circa 250 ponti delle strade provinciali di Massa Carrara elaborato dal Dipartimento di ingegneria civile e industriale dell’Università di Pisa a partire dall’autunno del 2019. La situazione è critica su molti fronti, non lo nasconde il presidente Gianni Lorenzetti, perché c’è da mettere mano a strutture che hanno visto passare carichi pesanti e traffico senza vedere veri interventi di manutenzione straordinaria, qualcuno per troppo tempo. Le schede saranno completate entro la fine del mese e inviate al Ministero delle infrastrutture per ottenere poi i finanziamenti che serviranno a mettere in sicurezza tutti i viadotti, a partire da quelli più pericolosi, ossia circa 9 milioni di euro quasi equamente ripartiti su tre annualità fino al 2023.  

«Nella mappa elaborata dall’Università di Pisa ci sono molti attraversamenti a rischio crollo. Prendendo in considerazione anche quelli che sono gli interventi minori, il conto è di 40 ponti che hanno bisogno di opere. Significa 40 procedure di gara da avviare e realizzare nel triennio. Ottenere queste risorse per garantire la sicurezza della viabilità e dei ponti della provincia credo rappresenti un grande passo avanti e credo che di meglio non si possa fare". Un ‘miracolo’ possibile grazie allo sforzo degli uffici tecnici, assicura Lorenzetti, "perché in questi 5 anni il personale è quasi sempre andato diminuendo a Palazzo Ducale, fra pensionamenti e tagli all’organico dovuti alla riforma delle Province. Il personale che è rimasto si è fatto carico di una mole di lavoro impressionante. Solo negli ultimi mesi siamo riusciti a riaprire nuove procedure concorsuali per assumere personale perché è inutile trovare le risorse senza avere dipendenti che seguono le pratiche". I dettagli del monitoraggio saranno resi noti solo dopo l’invio di tutte le schede al Ministero delle infrastrutture e delle mobilità sostenibili ma si tratta comunque di un quadro critico. Un monitoraggio che, lo ricordiamo, prende il via dopo la tragedia del ponte Morandi di Genova. Ci fu una prima fase di indagini su 15 ponti, avviate già nel 2018 grazie a un’intesa firmata da Regione, Città Metropolitana di Firenze e da Upi e Anci Toscana. Poi la convenzione con l’Università di Pisa ha permesso di monitorare tutti i viadotti delle strade apuane.  

Francesco Scolaro