Picchia la moglie davanti ai figli Denunciato uno spacciatore

Lei per salvarsi è scappata di casa e ha raccontato la violenza. Rinvio a ottobre

Migration

di Andrea Luparia

In Tribunale a Massa ieri mattina si doveva parlare, per l’ennesima volta, di maltrattamenti in famiglia. E la vittima, ancora una volta, è una giovane donna, una giovane madre di due figli maschi, entrambi minorenni. La sua storia è simile a quelladi tante altre ragazze (apuane e non) che si innamorano dell’uomo sbagliato. Lui non è nato in Italia ma vive nel nostro paese da tanti anni. E’ anche finito in carcere per traffico di stupefacenti. Attenzione però. Non parliamo del solito tossicodipendente che spaccia piccole dosi per pagarsi la droga che consuma lui stesso. Qui parliamo di una persona finita a suo tempo in carcere perchè, secondo la Procura della Repubblica, coinvolto, a torto o a ragione, in grosse operazioni. Uno spacciatore con contatti internazionali, insomma. Ieri mattina era in Tribunale a Massa e sicuramente il suo abbigliamento era uno dei più costosi e vistosi. All’inizio la giovane apuana non aveva capito bene quale lavoro l’uomo faceva. E così l’ha sposato. Ha anche accettato i comportamenti che l’uomo, di religione islamica, riservava in genere a tutte le donne. Poi, piano piano, le cose sono cambiate. Lei ha cominciato a capire meglio chi aveva sposato e lui, per reazione, ha cominciato a picchiarla. E lo faceva anche davanti ai due figli, incurante delle urla della donna e della disperazione dei piccoli. Dopo i pestaggi c’era la visita al Pronto Soccorso... Ad un certo punto, per salvarsi e per dare un futuro migliore ai due piccoli, la donna è scappata. Si è rifugiata con i figli in casa dei genitori e poco dopo ha chiamato le organizzazioni che seguono questi casi. Poi ha anche sporto denuncia. Ma l’uomo conosceva l’indirizzo della casa dei parenti. Era stato ospitato in quelle abitazioni in più occasioni. E così un brutto giorno si è presentato davanti alla palazzina, pretendendo di vedere la donna e i bambini. Per evitare che l’uomo facesse irruzione i genitori hanno chiamato il 113. Solo alla vista degli agenti della Polizia di Stato l’uomo si è fermato. Ieri davanti al giudice Valentina Prudente dovevano testimoniare sia un poliziotto che alcuni parenti ma è slittato tutto. Nuova udienza il 25 ottobre.