Piano dell’arenile bocciato anche dai balneari Appello al Comune che ci ripensi e li coinvolga

Gazzoli della Confesercenti elenca tutti i punti critici del progetto che non tiene conto delle esigenze di chi lavora né dei turisti

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"Aspettiamo un piano dell’arenile da circa 40 anni". La pazienza degli operatori balneari sta per finire e a nome della categoria parla Stefano Gazzoli, presidente di Confesercenti nonché presidente regionale Fiba Confesercenti. "Il mancato adeguamento alle norme di vita quotidiana ha messo nell’incertezza il sistema balneare per anni. Sul demanio marittimo esistono sette organi di controllo che a Massa si sono scontrati per anni. La proposta del Paav – prosegue Gazzoli – non entra nel merito di aggiornamento delle norme, delle necessità di spazi obbligatori, dei locali tecnici indispensabili, delle nuove tipologie ecosostenibili, della nuova visione di ecosostenibilità dei servizi possibili che impattano sulle strutture, dell’integrazione ambientale. Dà obblighi poco attuali a costi impossibili. Non si tiene conto di un nuovo sistema energetico rinnovabile che è già oggi obbligo in diverse parti d’Italia". Un cahier des doleances che boccia il piano in tutti i suoi aspetti: "Fra gli errori più gravi il piano non tiene conto del fenomeno erosivo, mantenendo bloccate le fasce e dividendo alcune spiagge in fruizioni orizzontali, una cosa mai vista altrove. Un piano che non tiene conto della storia delle concessioni e che invece ne prevede l’eliminazione". Gazzoli insiste parlando di "un piano urbanistico non condiviso con nessuna categoria, che manterrà in sostanza il lungomare tale per molti anni ancora, che nel tentativo di mettere regole nuove, regole che in sostanza apprezzeremmo dal punto di vista ambientale, non tiene conto del metodo con il quale applicarle, rendendo il tentativo inutile e portando di fatto ad un’ingessatura delle possibilità di aggiornamento del sistema turistico balneare e del suo indotto".

Gazzoli fa il confronto "con realtà non solo versiliesi, dove comunque vengono tutelate situazioni ambientali, ma anche con realtà urbanistiche della Toscana sud dove esistono molti casi di piani dell’arenile che uniscono gli intenti economici e di sviluppo con il rispetto ambientale e di fruizione libera delle spiagge". Infine l’accusa per la mancata partecipazione: "Ci dispiace non aver potuto portare queste osservazioni di carattere generale e di non aver potuto contribuire all’indirizzo stesso del Paav, ma non è stata una nostra volontà. Abbiamo chiesto tante volte il coinvolgimento suffragati dalle conoscenze di vita della categoria, ma ci è stato sempre negato. Crediamo – conclude Gazzoli - sia un’occasione mancata per progettare un futuro, ma questa elaborazione rischia di diventare uno strumento inconsistente e frettoloso. Solo perché promesso ed ancora non eseguito, non è meglio pensarci bene e tutti? Sembra più importante uscire con l’annuncio “abbiamo fatto il Piano dell’Arenile” che realmente trovare uno strumento per far crescere il nostro territorio". Da qui l’invito a rivedere il piano costruendo un tavolo con le associazioni presenti sul territorio".