Peste, la Regione vieta la caccia al cinghiale

Ordinanza del presidente Giani per l’Atc 13, in tutta la provincia: per la peste suina stop alle “doppiette” in vigore fino al 31

L’attività venatoria vagante con l’ausilio del cane, quella collettiva al cinghiale e l’attività di controllo e contenimento del cinghiale eseguita in modalità collettiva sono sospese fino al 31 gennaio nell’intera provincia di Massa Carrara. Vale a dire nel territorio che corrisponde all’Ambito territoriale di caccia (Atc) numero 13. Lo prevede l’ordinanza firmata dal presidente della Regione Eugenio Giani allo scopo di contenere la peste suina africana (Psa), i cui primi casi si sono registrati all’inizio dell’anno in provincia di Alessandria e poi in Liguria, vicino ai confini regionali. Il virus della Psa rappresenta un serio rischio epidemico per i suini allevati determinando, date le caratteristiche, un elevato indice di morbilità e mortalità con conseguenze dirette ed indirette sulle produzioni della filiera regionale. E’ per questo che si rende necessario controllare la diffusione della malattia nei cinghiali anche per proteggere i suini allevati. L’ordinanza, oltre a sospendere l’attività venatoria prevede anche il rafforzamento della sorveglianza passiva attraverso l’esecuzione di battute di ricerca attiva delle carcasse di cinghiale, prioritariamente nella Provincia di Massa Carrara. Al tempo stesso, nell’intera area viene incoraggiata e accelerata la macellazione dei suini negli allevamenti familiari e saranno intensificate e rafforzate la vigilanza sulle movimentazioni degli animali sensibili e verificate le condizioni di biosicurezza degli allevamenti. In seguito l’ordinanza potrà essere reiterata in base alla situazione epidemiologica. "Oltre agli allevamenti strutturati - commenta il presidente di Confagricoltura Toscana Marco Neri - è importante in questa fase monitorare anche le realtà più piccole, che non hanno carattere d’impresa. Detto ciò al momento in Toscana la situazione è sotto controllo, non dobbiamo dare inutili allarmi. Ad oggi non risultano casi". La Regione Toscana ha attivato l’unità di crisi sanitaria per le emergenze epidemiche che riunisce Asl, Istituto zooprofilattico e Regione, sia a livello regionale che locale (la provincia coinvolta al momento è Massa-Carrara). Gli assessori regionali all’agricoltura Stefania Saccardi e al diritto alla salute Simone Bezzini hanno avviato appunto il percorso di costruzione di una task force che sarà riunita in forma permanente per monitorare la malattia.

"L’attenzione è massima - continua Neri -. Dal punto di vista preventivo sono state allertate tutte le squadre di caccia, i veterinari, chiunque abbia un rapporto col bosco. Da parte nostra c’è la massima disponibilità alla collaborazione. Ma devo sire che tutti sono attenti al tema, per capire se ci sono casi di peste suina in animali morti o in cattivo stato di salute: in questi casi c’è l’obbligo a segnalarli. Però voglio ripeterlo e siamo d’accordo tutti, dalle associazioni di categoria alla Regione: la situazione nei nostri territori è sotto controllo. Bene ha poi fatto la Regione ad avviare la costruzione di una task force, perché in questi casi è fondamentale non sottovalutare il problema".