Oltraggio al partigiano. Il sindaco: "Chiedo scusa alla famiglia di Vico"

Il sindaco in consiglio con i parenti del partigiano (il cui busto è stato coperto con un sacco nero) al suo fianco

Il sindaco Francesco Persiani con Stefano Benedetti

Il sindaco Francesco Persiani con Stefano Benedetti

Il sindaco di Massa Francesco Persiani spiazza tutte le oltre 400 persone tra l’esterno e l’interno della sala consigliare 10 Aprile del Comune, invitando al tavolo della giunta la figlia del comandate “Vico”, Maria Luisa Gianardi e la famiglia, scusandosi e dichiarandosi lontano dal gesto dell’incappucciamento del busto del partigiano apuano, ritenuto «brutto, offensivo e inquietante». Erano lì, ieri pomeriggio, Anpi, associazioni antifasciste e tantissimi cittadini, schierati per protestare contro il sacco dell’immondizia trovato sopra la testa della statua del comandate Vico e finalmente per ascoltare e sentire il parere di Persiani sull’accaduto.

Massa, 18 settembre 2018 -  Il sindaco  è stato da subito chiaro: «Faccio le mie più vive scuse alla famiglia del comandante Gianardi, questo gesto, da condannare aspramente, va al di là della politica, un attacco violento del quale noi come amministrazione non ci riteniamo responsabili. A nome di tutta l’amministrazione mi scuso con la famiglia e con tutta la cittadinanza e ci stiamo attivando con i nostri sforzi a reperire il responsabile di questo atto osceno».

Prende la parola, fra gli applausi, Maria Luisa Gianardi, con la voce bassa e l’atteggiamento tranquillo, non si sente quasi nulla, parla solo pochi secondi ma si capisce che oltre a ringraziare il sindaco lei vuole che la statua del padre rimanga nel luogo dov’è stata finora. Poi il capogruppo di Forza Italia in consiglio, Giovan Battista Ronchieri, chiede la parola e propone un minuto di silenzio per “Vico”. Sembra chiudersi tutto, sembra che questa faccenda voglia per tutti essere solo un brutto momento della pagina cittadina, ma non è così.

Chiede la parola il consigliere Stefano Alberti del Pd con la bandiera dell’Anpi legata al collo, dichiarando di apprezzare il gesto del sindaco Persiani ma che lo stesso dovrebbe prendere le distanze dal presidente del consiglio Stefano Benedetti. I toni cominciano ad accendersi: «Sindaco se non condanna le dichiarazioni di Benedetti significa che anche lei la pensa allo stesso modo». Persiani è pensieroso, pronto a rispondere, ma non solo ad Alberti, ma anche agli interventi che verranno subito dopo. Alberti continua a parlare: «Benedetti legga la storia, quello che dice è anticostituzionale» e il suo intervento si chiude fra applausi fragorosi della maggioranza dei presenti. Interviene Luana Mencarelli del Movimento 5 Stelle che chiede di provvedere alla manutenzione della lapide di Aldo Salvetti, tutto tranquillo finché non chiede la parola Uilian Berti di Articolo Uno: «Oggi il sindaco è stato molto abile, e per quanto riguarda Benedetti non chiederò le dimissioni, voglio aspettare di vedere cosa succede – dichiara l’ex vicesindaco – : non abbiamo bisogno di revisionare la storia, e il sindaco dovrebbe rispettare i valori di libertà, democrazia e antifascismo sui quali ha fatto un giuramento».

Continua Elena Mosti della lista civica Volpi Sindaco che presenta un’interpellanza citando ancora le parole del presidente Benedetti durante il discorso del suo insediamento: «Della storia di 70 anni fa non ce ne frega niente, aveva detto Benedetti, ma non può dare un’interpretazione personale della storia, noi continuiamo ad essere liberi, democratici e antifascisti e che il sindaco dichiari di prendere le distanze dalle affermazioni del presidente Benedetti e aumenti i finanziamenti a favore dell’Anpi – e poi conclude – ...ricordati Stefano, e ti do del “tu”, ricordati del ruolo che ricopri». Parte «Bella Ciao», tutta la canzone echeggia tra le pareti della sala consigliare, ad ogni strofa la voce si alza sempre di più e la conclusione viene urlata forte. Prende parola il sindaco, vuole rispondere agli interventi della minoranza, è adirato, soprattutto con Alberti, «sono offeso che mi dica che non conosco la Costituzione, la conosco molto bene – dice – e se il presidente Benedetti esprime delle opinioni non posso dire nulla , non esiste reato d’opinione e io non ho il dovere di rispondere o prendere posizioni su parole dette da qualsiasi persona. Rispetto le opinioni di tutti e non sono obbligato a comunicare le mie. Riguardo alla manutenzione della lapide di Salvetti ne prendo atto e concludo dicendo a Berti che vorrei che qualcuno politicamente facesse anche autocritica. Quanto all’interpellanza, con l’Anpi abbiamo una convenzione e gli importi che gli spettano sono già stati liquidati o in via di liquidazione». Ancora interventi, maggioranza e opposizione si interfacciano sempre sulla questione “Vico”.

Si riaccendono i toni quando prende parola Alessandro Amorese di Fratelli d’Italia: «Condanno il gesto ma riguardo l’Anpi io penso che “abbia dato”». E si scatena un boato su queste parole. Continua Amorese: «Voglio che venga verificata l’attività dell’associazione, le aperture e quant’altro». Presente anche il sindaco di Stazzema Maurizio Verona, durante tutto il dibattito, ringraziato dal sindaco e dallo stesso Benedetti per la presenza. Poi si decide di procedere alla seduta di consiglio comunale, con oltre 20 ordini del giorno da discutere. Stefano Benedetti prende la parola e dichiara di aver revocato la richiesta di trasferimento del busto di Vico, ma non riesce a parlare: il pubblico urla contro di lui che decide di sospendere il consiglio comunale.