L'ospedale del Cuore: «All'Opa siamo una famiglia»

Parlano i medici che operano al cuore i bambini all'Ospedale pediatrico apuano

Il dottor Bruno Murzi in sala operatoria

Il dottor Bruno Murzi in sala operatoria

Massa, 28 febbraio 2017 - ALL’OPA, l’Ospedale del Cuore, pedriatrico e per adulti, arrivano da tutte le parti del mondo così come arrivano anche i medici per formarsi e per imparare come si “salvano” i cuori degli adulti, dei bambini e addirittura dei bambini che devono ancora nascere. Il reparto della Chirurgia Pediatrica è affidato fra gli altri ad un professionista del valore di Bruno Murzi, di Nadia Assanta, anche pediatra e di tutti gli altri professionisti, ognuno con le proprie competenze che ogni giorno sfidano la patologie.

Nadia Assanta è anche moglie e madre, ha due bambini, ma nel suo cuore è madre di tutti i piccoli pazienti che ogni anno passano dal reparto. «Questa – dice – è la mia famiglia. Sono nata qui» e mentre racconta con queste parole il significato della sua professione, il reparto, dalle pareti azzurre dove non mancano le testimonianze dei bambini e della famiglie, palpita di storie, di sentimenti, di emergenze, di sorrisi. Bruno Murzi, il cardiochirurgo dei bambini, affronta un’emergenza, lui che ha fatto della sua professione il significato di un amore verso gli altri, generoso, e con lui Sergio Berti che invece si occupa di emodinamica e che interviene sugli infarti acuti sfidando le casistiche e Paolo Del Sarto, anestesita al quale si affidano i pazienti che devono affrontare un intervento... il suo volto è quello che ricordano prima di passare dalla coscienza al sonno dell’anestesia.

Tutti insieme affrontano la sfida dalla malattia cardiaca e la professinalità dell’Opa non sta nei numeri, che pure sono grandi, ma sta nella volontà di queste persone di essere e sentirsi al servizio degli altri, degli altri nel momento della malattia, nel momento dell’emergenza. A testimoniare l’emergenza c’è la pista di atterraggio per l’elisoccorso.

E a dimostrare l’amore con cui si curano i bambini ci sono i giocattoli, ci sono le scale che portano direttamente i genitori nelle stanze dei piccoli pazienti. Oltre duecento gli interventi in un anno. Così tutto viene svolto con grande naturalezza come in una grande famiglia dove quando scatta l’emergenza tutti sanno cosa devono fare e lo fanno con il cuore e dando il massimo. Questa è l’arma vincente dell’ospedale pediatrico apuano che ogni giorno lavora sul cuore con il cuore e esporta la sanità di eccellenza nel mondo. E il grande aquilone di marmo davanti all’ingresso vola e con lui volano i familiari che tornano a casa e con loro chi ha affrontano la malattia. Non da solo, ma con i grandi professionisti.